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sabato 14 aprile 2012
venerdì 13 aprile 2012
Il petrolio c'è, anche senza Iran
Secondo l'Agenzia internazionale dell'energia, "il ciclo di fondamentali che,dal 2009, si inaspriscono, per ora si è interrotto" e quindi sul mercato del petrolio dovremmo vedere prezzi stabili o al ribasso. Secondo alcuni analisti - in particolare - in estate potremmo vedere prezzi dei carburanti più bassi.Gli stoccaggi globali durante il primo trimestre sono aumentati di 1,2 milioni di barili al giorno, segno che il mercato petrolifero potrebbe rimanere bilanciato anche se l'Iran dovesse togliere dal mercato 1 milione di barili al giorno. Secondo le stime della Iea l'Iran nel primo trimestre ha tagliato le esportazioni del 9,7% (350 mila barili in meno nel confronto con un anno fa)
La Cina fa scorta di petrolio
Le importazioni di petrolio cinese hanno raggiunto i 5,57 milioni di barili al giorno a marzo, in aumento dell'8,7% rispetto a un anno fa. Nel primo timestre l'aumento è dell'11% (nel 2011 fu del 6%). Secondo gli analisti Pechino sta aumentando le sue riserve, e questo nonostante i prezzi siano molto alti. Le riserve attuali permettono alla Cina di alimentarsi per 40 giorni, l'obiettivo e arrivare a 90 giorni (quasi come gli Stati Uniti).
dal Wsj
dal Wsj
Gli speculatori che aspettano il Maxi-Taglio
Se entro lunedì prossimo Moody’s dovesse tagliare il rating di 24 banche italiane (più o meno tutte quelle più note), questa settimana sarebbe quella giusta per vendere. Almeno per chi in Borsa cerca profitti rapidi ed è pronto a rischiare. Si può spiegare anche così la caduta di Piazza Affari di questo martedì, quel -5% figlio del crollo dei titoli delle banche. Circola infatti un documento elaborato dalla banca d’affari americana Morgan Stanley in cui si indicano le previsioni delle scadenze della revisione dei rating di 114 istituti finanziari europei avviata da Moody’s lo scorso 15 febbraio. Sono divise per nazionalità. Per le banche portoghesi la scadenza era il 26 marzo ed è stata rispettata col taglio del rating per tutte le 7 banche coinvolte. Il 16 aprile dovrebbe toccare alle banche italiane, il 23 a quelle spagnole, il 30 alle austriache. Per le altre le scadenze sono il 7 e il 14 maggio. Ovviamente non è detto che il taglio tocchi a tutti, ma considerato il peggioramento del contesto sembra probabile. Dopo gli antipasti delle critiche alle nostre banche pubblicate da New York Times, Wall Street Journal e Bloomberg nei giorni scorsi, un declassamento collettivo delle banche potrebbe essere il piatto forte da servire al banchetto della speculazione, dove chef e invitati sono tutti (o quasi) molto yankee.
da Avvenire
giovedì 12 aprile 2012
Boldrin spiega a Giarda dove tagliare la spesa pubblica
"Vi sono in Italia circa 50mila persone, dal segretario comunale di Abbiategrasso al Presidente della Repubblica passando per il capo della polizia di stato ed il presidente della municipalizzata di casa vostra, che costano (in stipendi e benefici materiali) tra il triplo ed il quintuplo (ho scritto giusto: dal 300% al 500%) di quanto i loro analoghi costino in paesi, come la Spagna, che hanno una struttura istituzionale simile alla nostra ed un reddito per capita identico al nostro. Ho fatto due conti non del tutto inventati e sono fra i 5 ed i 7 miliardi di euro all’anno. Sono, di fatto, costi della politica e non ho incluso il finanziamento illegale ai partiti noto come “rimborsi elettorali”. Non è tanto, ma messi assieme fanno lo 0,5-0,6% del PIL di spese (ossia tasse) in meno. Qualche impresa ringrazierebbe. Scendiamo di un gradino nella scala gerarchica e parliamo degli stipendi pubblici. Dice bene Piero Giarda: da due anni, salvo promozioni interne, non sono aumentati. Ma erano aumentati moltissimo prima (leggere relazioni Banca d’Italia) e nel frattempo sono diminuiti sia i redditi degli italiani nel privato che quelli dei dipendenti pubblici nei paesi che si son trovati a fare i conti con una crisi fiscale. Detto altrimenti, caro Piero, abbi il coraggio che i tuoi colleghi in Spagna, Inghilterra e California hanno avuto: taglia (non linearmente ma progressivamente) gli stipendi pubblici in modo tale da riallinearli, in % di quelli del settore privato, al livello del 1995. Ho fatto due conti a spanne, ed è un altro 0,8-0,9% del PIL. Poca roba? Forse, ma siamo già ad una riduzione d’imposte dell’1,3-1,5% del PIL".
di Michele Boldrin, da linkiesta
La Morante richiama il marito "per non perdere il finanziamento pubblico"
Quando si ci chiede dove c'è spazio per tagliare la spesa pubblica italiana, si può leggere un'intervista come quella di Laura Morante alla Stampa. Spiega lei che per il film Ciliegie, dove è sceneggiatrice, produttrice, regista e protagonista "una settimana prima dell’inizio delle riprese, in tutta fretta, per non perdere il finanziamento pubblico, abbiamo dovuto inventarci perfino una nostra casa di produzione aggiuntiva. Una operazione rischiosissima". "Il coproduttore italiano inventato lì per lì dalla Morante - spiega la Stampa - è suo marito Francesco Giammatteo, architetto nonché padre del suo ultimo figlio".
mercoledì 11 aprile 2012
La svalutazione europea
Due analisi di Goldman Sachs spiegano che per ottenere una bilancia commerciale sostenibile il Protogallo ha bisogno di ottenere una riduzione reale del suo tasso di cambio del 35%, la Grecia del 30%, la Spagna del 2'% e l'Italia del 10-15%. L'Irlanda è invece già tornata competitiva. Con un'inflazione media del 2% nella zona euro, cioè prezzi su del 4% nelle economie forti e prezzi fermi nelle economie non competitive il Portogallo e la Grecia avrebbero bisogno di 15 anni per completare l'aggiustamento svalutativo, la Spagna di 10, l'Italia di 5-10 anni.
dal Ft
dal Ft
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