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giovedì 12 aprile 2012

Boldrin spiega a Giarda dove tagliare la spesa pubblica


"Vi sono in Italia circa 50mila persone, dal segretario comunale di Abbiategrasso al Presidente della Repubblica passando per il capo della polizia di stato ed il presidente della municipalizzata di casa vostra, che costano (in stipendi e benefici materiali) tra il triplo ed il quintuplo (ho scritto giusto: dal 300% al 500%) di quanto i loro analoghi costino in paesi, come la Spagna, che hanno una struttura istituzionale simile alla nostra ed un reddito per capita identico al nostro. Ho fatto due conti non del tutto inventati e sono fra i 5 ed i 7 miliardi di euro all’anno. Sono, di fatto, costi della politica e non ho incluso il finanziamento illegale ai partiti noto come “rimborsi elettorali”. Non è tanto, ma messi assieme fanno lo 0,5-0,6% del PIL di spese (ossia tasse) in meno. Qualche impresa ringrazierebbe. Scendiamo di un gradino nella scala gerarchica e parliamo degli stipendi pubblici. Dice bene Piero Giarda: da due anni, salvo promozioni interne, non sono aumentati. Ma erano aumentati moltissimo prima (leggere relazioni Banca d’Italia) e nel frattempo sono diminuiti sia i redditi degli italiani nel privato che quelli dei dipendenti pubblici nei paesi che si son trovati a fare i conti con una crisi fiscale. Detto altrimenti, caro Piero, abbi il coraggio che i tuoi colleghi in Spagna, Inghilterra e California hanno avuto: taglia (non linearmente ma progressivamente) gli stipendi pubblici in modo tale da riallinearli, in % di quelli del settore privato, al livello del 1995. Ho fatto due conti a spanne, ed è un altro 0,8-0,9% del PIL. Poca roba? Forse, ma siamo già ad una riduzione d’imposte dell’1,3-1,5% del PIL".

di Michele Boldrin, da linkiesta

mercoledì 11 aprile 2012

I numeri della spesa pubblica italiana

Il ministro Piero Giarda, che oggi sta lavorando sui tagli alla spesa pubblica italiana, lo scorso anno aveva elaborato un rapporto pieno di dati sull'argomento. Nel 1951 la spesa pubblica in Italia era pari al 23,6% del Pil, nel 2010 ha raggiunto il 51,2%. Se dai 793 miliardi di spesa del 2010 si tolgono pensioni, previdenza, contributi alla produzione e interessi rimangono 254 miliardi, contro i 113 miliardi del 1970. La spesa è quindi più raddoppiata in quarant'anni e aumentata del 39% in più dei consumi privati. La spesa per investimenti nel frattempo è scesa dal 16,5% del totale del 1951 all'attuale 6,8%. La spesa per gli stipendi degli statali vale il 56,6% della spesa per consumi finali dello Stato, per un totale di 171 miliardi di euro nel 2010. Tra il 2000 e il 2008 il numeri di dipendenti pubblici è rimasto quasi invariato (da 3.524 a 3.611 milioni) ma la retribuzione media è passata da 24.741 a 33.746 euro pro capite lordi, in aumento del 36,4%.

I tagli di spesa del Regno Unito


"L'Inghilterra il punto di riferimento per operazioni del genere, come da tempo suggerisce la Banca d'Italia ora governata da Ignazio Visco e in passato da Mario Draghi. I cardini della spending review inglese, introdotta nel '98 e proseguita con altri round nel 2000, 2002, 2004, 2007 e 2010, sono i piani triennali di spesa, la netta separazione tra spesa in conto capitale (per investimenti) e spesa corrente e l'introduzione dei cosiddetti accordi sui servizi pubblici (Public service agreements, Psa), che definiscono i traguardi misurabili nei programmi di spesa pubblica del governo. Gli effetti positivi sono stati superiori alle attese. In un report datato 1998 del ministero del Tesoro si dimostra che il risparmio complessivo nel settore pubblico è stato pari, nel dicembre 2007, a 23.180 miliardi di sterline, contro i 21.480 miliardi programmati.
I round non sono finiti. Il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, ha fissato il budget di spesa per i vari ministeri fino al 2014-15. Gli obiettivi prevedono tagli alla spesa pubblica per 81 miliardi di sterline dal 2011 al 2015; riduzioni ai ministeri per un importo medio pari al 19 per cento; diminuzione di 7 miliardi di sterline alle spese per il welfare state, inclusi i benefici fiscali e taglio del 7 per cento agli enti locali. Il fine non secondario del piano del governo inglese è anche quello di asciugare il personale statale. A regime infatti, si legge nel report dei tecnici di Palazzo Madama che viene compulsato anche a Palazzo Chigi, il governo ha calcolato che, durante il periodo considerato, il settore pubblico vedrà una riduzione di 490.000 dipendenti pubblici".

di Michele Arnese, su Italia Oggi

martedì 10 aprile 2012

I conti giusti dell'Europa

La Spagna dice di avere un debito pubblico di 732 miliardi di dollari su un Pil di 1.295 miliardi. In realtà il debito interno spagnolo deve comprendere anche i 183 miliardi di debito regionale, i 103 miliardi di debito bancario garantito e i 72 miliardi di debito sovrano con garanzia. In totale ammonta così a 1.090 miliardi. Se si9 considerano anche i 643 miliardi di debito europeo della Spagna (per il budget Ue, per liabilities verso i fondi e verso la Bce) la cifra sale a 1.733 miliardi, il 133,8% del Pil. L'analisi è della Phoenix Capital Research, che applicando gli stessi criteri vede un debito pubblico tedesco al 139,8% del Pil e un debito francese al 146% del Pil.

di Mauro Bottarelli, da Finanza e Mercati

venerdì 2 marzo 2012

Il debito pubblico italiano dal 1993 al 2011.



ANNO            GOVERNO IN CARICA       DEBITO/PIL
1993            Amato      /Ciampi       115,6%
1994            Ciampi     /Berlusconi   121,5%
1995            Dini                     121,2%
1996            Dini       /Prodi        120,6%
1997            Prodi                    118,1%
1998            Prodi      /D'Alema      114,9%
1999            D'Alema    /D'Alema      113,7%
2000            D'Alema    /Amato        109,2%
2001            Amato      /Berlusconi   108,7%
2002            Berlusconi               105,5%
2003            Berlusconi               104,2%
2004            Berlusconi               103,8%
2005            Berlusconi /Berlusconi   105,9%
2006            Berlusconi /Prodi        106,9%
2007            Prodi                    103,1%
2008            Prodi      /Berlusconi   105,8%
2009            Berlusconi               116,1%
2010            Berlusconi               118,7%
2011            Berlusconi /Monti(1 mese)120,1%