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martedì 2 luglio 2013

I tagli alla spesa pubblica possibili, secondo Paolo De Ioanna

Per tagliare si può partire così: "Innanzitutto i sussidi statali alle imprese, identificati da Francesco Giavazzi l’anno scorso e che ammontano a circa 10 miliardi l’anno. Poi ci sono le agevolazioni fiscali già censite con il governo Berlusconi da Vieri Ceriani: 160 miliardi nel complesso, di cui almeno 70 giudicati “intoccabili” (quelle per i lavoratori dipendenti, pensionati e i familiari a carico). “Aggiungo che ogni anno, nelle bollette elettriche, sono contenuti 12 miliardi di sussidi per il fotovoltaico. Da tutto questo già qui si potrebbero recuperare 500-600 milioni in sei mesi e poi un miliardo in ragione d’anno. Certo non sono ancora i 20 miliardi che ci servirebbero”.
(Paolo De Ioanna è stato capo di gabinetto al Tesoro con Ciampi e poi con Padoa Schioppa, ha scritto A nostre spese. Crescere di più tagliando meglio).

lunedì 1 luglio 2013

La disperazione del governo che non sa tagliare

"Il governo si sta muovendo con un approccio che dimostra disperazione per reperire qualche soldo «dal fondo del barile» invece che proporre alla Ue e agli italiani un piano pluriennale di politica fiscale che permetta di ridurre tasse e spese".

Ecco un buon modo di dire, in breve, quello che sta succedendo. Lo ha scritto Alesina sul Corriere di ieri.

lunedì 15 ottobre 2012

Tasse, i conti di Alesina e Giavazzi

"Le manovre varate negli ultimi 12 mesi, prima dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti, si possono così riassumere (prendiamo questi numeri dall'Audizione parlamentare del vicedirettore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi): nell'arco di due anni, 2012 e 2013, le entrate delle amministrazioni pubbliche dovrebbero crescere di 82 miliardi, le spese scendere di 43. Di questi tagli, tuttavia, circa 23 miliardi sono minori trasferimenti a Comuni, Province e Regioni. Se questi enti, come sta accadendo, compenseranno la riduzione dei fondi che ricevono dallo Stato aumentando le tasse locali, il risultato complessivo di queste manovre sarà 105 miliardi di maggiori tasse e 20 di minori spese.
L'esperienza delle correzioni dei conti pubblici attuate negli ultimi 30 anni nei Paesi industriali ci insegna che questa composizione è recessiva. L'aumento della pressione fiscale sposterà ancor più in là la ripresa dell'economia e limiterà il miglioramento dei conti pubblici. Invece le manovre che hanno avuto minori effetti recessivi, e che quindi hanno ridotto più rapidamente il debito, sono state quelle con una composizione opposta rispetto alla nostra: tagli di spesa e minori aggravi fiscali. Se ci limitiamo al caso italiano, l'esperienza degli ultimi 30 anni insegna che le manovre per lo più costruite su tagli di spesa (le poche che sono state fatte) hanno inciso sull'economia in misura trascurabile. Invece quelle attuate per lo più aumentando le imposte hanno avuto un «moltiplicatore» pari a circa 1,5: cioè per ogni punto di Pil (Prodotto interno lordo) di correzione dei conti l'economia si è contratta, nel giro di un paio d'anni, di un punto e mezzo. Stato e amministrazioni locali spendono ogni anno (dati del 2010 e senza contare gli interessi sul debito) circa 720 miliardi. Togliamo i 310 miliardi che vanno in pensioni e spesa sociale: ne restano 410. Una riduzione del 20 per cento di queste spese, senza alcun taglio alla spesa sociale, consentirebbe di risparmiare 80 miliardi e di ridurre la pressione fiscale di 10 punti".
Alesina e Giavazzi sul Corriere di oggi

venerdì 29 giugno 2012

I piani di risparmio per gli statali

"Due le ipotesi di intervento: un provvedimento light da 5-7 miliardi, modellato in gran parte sul piano Bondi; un intervento rafforzato da 8-10 miliardi. In entrambi i casi è previsto un pacchetto pubblico impiego. I buoni pasto saranno allineati a 7 euro per tutti i lavoratori, le consulenze saranno drasticamente ridotte così come le auto blu, sarà avviata una stretta sul personale dirigenziale comandato e saranno ridotte le piante organiche: 20% per i dirigenti (in primis quelli generali) e 5-10% per gli altri statali. Per gli esuberi che non saranno ricollocati (circa 10mila nelle amministrazioni centrali) scatterà la mobilità per due anni (80% dello stipendio), eventualmente prorogabile a quattro. Uscita garantita a chi avrà maturato la pensione con i vecchi requisiti entro il 31 dicembre scorso. Ma per favorire gli esodi (e anche il ricambio generazionale) si stanno valutando varie ipotesi alternative, tra cui quella di una mini-deroga alla riforma Fornero (pensionamento con le vecchie regole anche per chi ha maturato i requisiti nei primi mesi di quest'anno) accompagnata da alcune penalizzazioni".
dal Sole 24 Ore


E un buon grafico dall'Espresso





lunedì 25 giugno 2012

Nello Stato un dirigente ogni trenta dipendenti

"I dirigenti pubblici sono circa 230mila, 180mila dei quali dirigenti medici. I dipendenti pubblici sono complessivamente 3.250.000. Sottraendo i 230mila dirigenti, il rapporto è, dunque 3.020.000/230.000, cioè un dirigente ogni tredici dipendenti. Ma, molti dei dirigenti medici in realtà non gestiscono gruppi di lavoro, sicché la media risulta certamente falsata e il rapporto vero dirigenti/dipendenti può stimarsi molto più prossimo a 1/30."
da la Voce

I finti tagli agli statali greci

Il settimanale greco To Vima ha pubblicato alcuni dati di un presunto rapporto elaborato dalla troika dove si accusa il governo greco di non concretizzato il  taglio degli statali promesso. Tra il 2010 e io 2011 sono andati in pensione 93 mila dipendenti pubblici ma il numero totale degli addetti è rimasto di circa 692 mila persone. Invece che un assunto ogni 5 pensionati il rapporto entranti-uscenti è stato di 1 a 2.

mercoledì 20 giugno 2012

I numeri della "austerità" Spagnola

Premessa: negli anni del boom immobiliare il governo spagnolo ha fatto piani di spesa a lungo termine (per finanziare aiuti sociali, infrastrutture e stipendi degli statali) finanziandosi con entrate a breve termine.
La spesa pubblica spagnola nel 2011 è stata del 13% più alta di quella del 2007 e il doppio di quella del 2000.
Il deficit di bilancio pubblico spagnolo è peggiorato di 13,1 punti di Pil tra il 2007 e il 2009 a causa di aumenti di spesa e cali di entrate. L'attuale "austerità" ha migliorato il deficit di soli 2,3 punti.
La spesa del governo in rapporto al Pil è aumentata di 4,4 punti tra il 2007 e il 2011 (in Germania di 2,1 punti).
Il debito pubblico spagnolo è aumentato del 90% tra il 2007 e il 2011.
Il governo Zapatero tra il 2008 e il 2009 implementò uno dei maggiori pacchetti di rilancio economico del mondo, paragonabile solo a quello degl Stati Uniti.
Martin Oro, sul Wsj

sabato 16 giugno 2012

Gli statali siciliani

La Regione Sicilia ha 20.989 dipendenti, tutti assieme le costano 1,7 miliardi di euro. Se si sommano le spese per i dipendenti di tutte le Regioni italiane si arriva a 6,6 miliardi: l'Isola pesa quindi per il 25,7% del totale della spesa nazionale per i lavoratori regionali. 
La Lombardia, che ha 9 milioni di abitanti, ha 3.129 addetti.
La spesa media pro capite per il personale delle regioni è di 346 euro in Sicilia contro i 108 euro di media nazionale.
La spesa per l'acquisto di beni e servizi della Regione Sicilia è di 171 euro per cittadino, la media nazionale è a 96.
La Croce Rossa siciliana ha 3.360 addetti per il 118. Nel resto d'Italia i suoi addetti sono 1.650.
In vista delle elezioni il governatore Lombardo intende assumere a tempo indeterminato 20 mila lavoratori precari.


tutti i numeri su Libero di oggi

mercoledì 13 giugno 2012

La cosiddetta "spending review"

Considerato che lo Stato italiano spende ogni anno 800 miliardi di euro, risparmi per 5 miliardi sono poco più di niente. Soprattutto se fatti così:

"Tre miliardi verranno recuperati dal taglio della spesa per gli acquisti intermedi delle amministrazioni pubbliche, di cui si è occupato Bondi: la chiave di tutto starà nella centralizzazione degli acquisti presso la Consip e nella fissazione di tetti di spesa, a partire da quella sanitaria. Gli altri due miliardi dovrebbero venire dai tagli alla spesa corrente dei ministeri di cui si è occupato Giarda: su questo punto ieri si è convenuto che le proposte fatte dai singoli ministri sono ancora insufficienti".
dal Corriere della Sera, 13 giugno

martedì 29 maggio 2012

Gli stipendi dei docenti universitari italiani

Il quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung ha fatto un'inchiesta sui compensi dei professori universitari nel mondo. Ne emerge che gli italiani, con 13.677 euro mensili lordi medi, sono i più pagati dell’Unione europea (a parità del costo della vita). Il compenso nel Regno Unito è di 12.554 euro, in Olanda di 10.685, in Germania 9.575. 

lunedì 28 maggio 2012

Tagliare per crescere

Tim Knox e Ryan Bourne, economisti del Centre for Policy Studies, nella ricerca "Small is Best: Lessons From Advanced Economies" hanno confrontato la crescita delle principali economie industrializzate dal 1965 e il 2010 (su dati del Fmi). Ne emerge che la riduzione della quota di  tasse e di spesa pubblica sul Pil di 5 punti percentuali fa aumentare la crescita del Pil di una cifra compresa tra gli 0,5 e gli 0,6 punti percentuali.

giovedì 12 aprile 2012

Boldrin spiega a Giarda dove tagliare la spesa pubblica


"Vi sono in Italia circa 50mila persone, dal segretario comunale di Abbiategrasso al Presidente della Repubblica passando per il capo della polizia di stato ed il presidente della municipalizzata di casa vostra, che costano (in stipendi e benefici materiali) tra il triplo ed il quintuplo (ho scritto giusto: dal 300% al 500%) di quanto i loro analoghi costino in paesi, come la Spagna, che hanno una struttura istituzionale simile alla nostra ed un reddito per capita identico al nostro. Ho fatto due conti non del tutto inventati e sono fra i 5 ed i 7 miliardi di euro all’anno. Sono, di fatto, costi della politica e non ho incluso il finanziamento illegale ai partiti noto come “rimborsi elettorali”. Non è tanto, ma messi assieme fanno lo 0,5-0,6% del PIL di spese (ossia tasse) in meno. Qualche impresa ringrazierebbe. Scendiamo di un gradino nella scala gerarchica e parliamo degli stipendi pubblici. Dice bene Piero Giarda: da due anni, salvo promozioni interne, non sono aumentati. Ma erano aumentati moltissimo prima (leggere relazioni Banca d’Italia) e nel frattempo sono diminuiti sia i redditi degli italiani nel privato che quelli dei dipendenti pubblici nei paesi che si son trovati a fare i conti con una crisi fiscale. Detto altrimenti, caro Piero, abbi il coraggio che i tuoi colleghi in Spagna, Inghilterra e California hanno avuto: taglia (non linearmente ma progressivamente) gli stipendi pubblici in modo tale da riallinearli, in % di quelli del settore privato, al livello del 1995. Ho fatto due conti a spanne, ed è un altro 0,8-0,9% del PIL. Poca roba? Forse, ma siamo già ad una riduzione d’imposte dell’1,3-1,5% del PIL".

di Michele Boldrin, da linkiesta

La Morante richiama il marito "per non perdere il finanziamento pubblico"

Quando si ci chiede dove c'è spazio per tagliare la spesa pubblica italiana, si può leggere un'intervista come quella di Laura Morante alla Stampa. Spiega lei che per il film Ciliegie, dove è sceneggiatrice, produttrice, regista e protagonista "una settimana prima dell’inizio delle riprese, in tutta fretta, per non perdere il finanziamento pubblico, abbiamo dovuto inventarci perfino una nostra casa di produzione aggiuntiva. Una operazione rischiosissima". "Il coproduttore italiano inventato lì per lì dalla Morante - spiega la Stampa - è suo marito Francesco Giammatteo, architetto nonché padre del suo ultimo figlio".

mercoledì 11 aprile 2012

I numeri della spesa pubblica italiana

Il ministro Piero Giarda, che oggi sta lavorando sui tagli alla spesa pubblica italiana, lo scorso anno aveva elaborato un rapporto pieno di dati sull'argomento. Nel 1951 la spesa pubblica in Italia era pari al 23,6% del Pil, nel 2010 ha raggiunto il 51,2%. Se dai 793 miliardi di spesa del 2010 si tolgono pensioni, previdenza, contributi alla produzione e interessi rimangono 254 miliardi, contro i 113 miliardi del 1970. La spesa è quindi più raddoppiata in quarant'anni e aumentata del 39% in più dei consumi privati. La spesa per investimenti nel frattempo è scesa dal 16,5% del totale del 1951 all'attuale 6,8%. La spesa per gli stipendi degli statali vale il 56,6% della spesa per consumi finali dello Stato, per un totale di 171 miliardi di euro nel 2010. Tra il 2000 e il 2008 il numeri di dipendenti pubblici è rimasto quasi invariato (da 3.524 a 3.611 milioni) ma la retribuzione media è passata da 24.741 a 33.746 euro pro capite lordi, in aumento del 36,4%.