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mercoledì 17 ottobre 2012

Capitali in fuga dalla Cina?

Secondo un'analisi del Wsj negli ultimi 12 mesi sono usciti dalla Cina 225 miliardi di dollari, cioè il 3% della ricchezza prodotta dal Paese nel 2011. Assomiglia a una fuga di capitali. In teoria un singolo individuo cinese non può portare fuori dal Paese più di 50 mila dollari, mentre le aziende possono scambiare yuan con valute straniere solo per determinati (e autorizzati) affari. In realtà il sistema è molto poroso e le regole sono spesso ignorate. Con questa tendenza in Cina rimangono meno soldi per sostenere la crescita.

Il fondo sovrano dell'Angola

Anche l'Angola si è fatta il suo fondo sovrano, il Fundo Soberano de Angola (Fsdea9. Parte con 5 miliardi di dollari e vuole investirli soprattutto nell'area dell'Africa sub-Sahariana con particolare attenzione a infrastrutture e sanità. Prima dell'Angola in Africa avevano lanciato fondi sovrani la Nigeria e la Tanzania. Secondo una stima dell'istituto Swf i fondi sovrani nel mondo hanno asset per 5.100 miliardi di dollari. Il 58% dei soldi viene dal petrolio o dal gas. Il più grande dei fondi sovrani è sempre quello norvegese, che ha 650 miliardi di dollari.
dal Ft

L'indagine su Ryanair

Secondo i calcoli dell'Inps e della Direzione provinciale del lavoro di Bergamo l'omesso versamento dei contributi per i 220 dipendenti di Ryanair basati a Bergamo ma assunti con contratto di lavoro irlandese è costata all'erario 12 milioni di euro (cifra stimata al ribasso). La tassazione media dei contratti irlandesi è del 12%, la nostra del 37%. Altro problema: i dipendenti assunti in Irlanda si avvalgono però delle prestazioni dell'italiana Inps.
appunti dal Corriere




martedì 16 ottobre 2012

Definitivo il rialzo dell'accisa sulla benzina

L'articolo 12, comma 13, del ddl stabilità stabilisce che gli aumenti dell'accisa sulla benzina legati alle emergenze di Emilia e Abruzzo «restano confermati» dal primo gennaio prossimo. «Resi stabili», chiarisce la Relazione tecnica della Ragioneria. Che poi quantifica questa "stabilizzazione" in entrate aggiuntive per 947 milioni nel 2013, 840 nel 2014 e 863 dal 2015. Si tratta di 2 centesimi e 37 in più su ogni litro di benzina o gasolio: 2 centesimi per l'Emilia e 37 per Abruzzo e gestori.
da Repubblica

Il Nobel agli accoppiamenti


Abbiamo 10 donne e 10 uomini e dobbiamo farli sposare. Come possiamo accoppiare queste persone nel modo migliore, cioè rispettando le loro preferenze individuali e creando una situazione di massima stabilità, dove nessuna coppia si romperebbe perché né il marito né la moglie possono trovare alternative migliori? No, non avventuratevi in schemi o calcoli arditi, tanto non riuscirete a rispondere. L’89enne Lloyd Stowell Shapley si è posto il problema negli anni ’50 e la soluzione trovata è un algoritmo che gli ha aperto la strada del premio Nobel per l’Economia, che gli è stato assegnato ieri in coppia con il 61enne Alvin Eliot Roth.
Nella soluzione che Shapley elaborò assieme al collega David Gale (che avrebbe probabilmente vinto il Nobel anche lui, se non fosse morto 4 anni fa) ogni donna fa la sua proposta di matrimonio all’uomo che più le piace. Ricevute le proposte, ogni uomo si tiene la proposta che più lo convince e scarta le altre. Inizia allora un secondo giro, dove ogni donna "scartata" fa una nuova proposta agli uomini rimasti liberi, che scelgono di nuovo se accettarle o meno, e così via finché ogni donna non sarà stata maritata. Gli accoppiamenti finali saranno i migliori possibili per le 10 donne (non per i 10 uomini, che potrebbero ottenere soluzioni migliori se fossero loro a fare la proposta).
La teoria di Shapley è quella "delle allocazioni stabili e dei piani di mercato". Probabilmente una sua applicazione reale nelle dinamiche matrimoniali produrrebbe milioni di coppie infelici, ma per assegnare dotti agli ospedali, studenti alle scuole o organi donati a malati da salvare l’algoritmo di Gale-Shapley si è rivelato efficiente. Merito anche dell’altro vincitore del Nobel, il più giovane Alvin Roth, che negli anni ’80 ha adottato degli aggiustamenti alla teoria di Gale-Shapley per fare in modo che nell’assegnazione degli studenti di medicina agli ospedali gli istituti sanitari non fossero eccessivamente favoriti (come le donne dell’esempio) e i futuri dottori non potessero falsificare i risultati degli accoppiamenti esprimendo false preferenze in maniera strumentale. Ed è stato sempre Roth, con alcuni colleghi, ad adattare l’algoritmo nel 2003 per abbattere del 90% il numero di studenti americani che finiva in scuole superiori per le quali non aveva espresso nessuna preferenza (e parliamo di 30 mila ragazzi). Altra applicazione efficace è stata quella sull’accoppiamento tra reni e altri organi lasciati da donatori e pazienti in attesa di trapianto: la teoria delle allocazioni stabili ha consentito miglioramenti notevoli al sistema di assegnazione degli organi negli Stati Uniti. Gli studi basati su questi principi stanno andando avanti per inserire all’interno di questa teoria anche la variabile dei prezzi.
«Questo campo di studi continua a crescere e mostra grandi promesse per il futuro» hanno assicurato gli accademici svedesi assegnando il premio (8 milioni di corone svedesi, circa 930 mila euro) ai due studiosi «per i loro continui sforzi nel trovare soluzioni pratiche ai problemi del mondo reale». La teoria delle allocazioni stabili si inserisce nel filone della "teoria dei giochi" di John Nash e dei suoi colleghi, quella che fece vincere il Nobel del 1994 al matematico schizofrenico americano la cui vita è stata resa celebre dal film <+corsivo>A Beautiful Mind<+tondo>. È evidente che agli accademici del Nobel la "teoria dei giochi" piace: dopo il 1994 hanno premiato studiosi di diverse branche di questo stesso filone nel 2005, nel 2007 e quest’anno. Nel caso di Shapley e Roth ciò che conta di più è il loro lavoro sul concetto di "stabilità". Per gli Stati Uniti è una conferma della ricchezza del panorama universitario nazionale: entrambi gli studiosi sono americani, Shapley è emerito a Los Angeles mentre Roth insegna ad Harvard (ma quest’anno è a Stanford) e sembra un tipo simpatico: «Ora i miei studenti staranno più attenti» ha detto accogliendo la notizia della sua premiazione. Il Nobel per l’economia – nome ufficiale Premio della Sveriges Riskbank in Scienze economiche alla memoria di Alfred Nobel – è quasi un’esclusiva a stelle e strisce: dei 72 premiati dal 1969 ad oggi solo 31 non erano cittadini statunitensi. E anche l’unico Nobel per l’economia nato in Italia, il romano Franco Modigliani, quando vinse nel 1985 era cittadino americano da quasi 40 anni.

da Avvenire di oggi

lunedì 15 ottobre 2012

Tasse, i conti di Alesina e Giavazzi

"Le manovre varate negli ultimi 12 mesi, prima dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti, si possono così riassumere (prendiamo questi numeri dall'Audizione parlamentare del vicedirettore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi): nell'arco di due anni, 2012 e 2013, le entrate delle amministrazioni pubbliche dovrebbero crescere di 82 miliardi, le spese scendere di 43. Di questi tagli, tuttavia, circa 23 miliardi sono minori trasferimenti a Comuni, Province e Regioni. Se questi enti, come sta accadendo, compenseranno la riduzione dei fondi che ricevono dallo Stato aumentando le tasse locali, il risultato complessivo di queste manovre sarà 105 miliardi di maggiori tasse e 20 di minori spese.
L'esperienza delle correzioni dei conti pubblici attuate negli ultimi 30 anni nei Paesi industriali ci insegna che questa composizione è recessiva. L'aumento della pressione fiscale sposterà ancor più in là la ripresa dell'economia e limiterà il miglioramento dei conti pubblici. Invece le manovre che hanno avuto minori effetti recessivi, e che quindi hanno ridotto più rapidamente il debito, sono state quelle con una composizione opposta rispetto alla nostra: tagli di spesa e minori aggravi fiscali. Se ci limitiamo al caso italiano, l'esperienza degli ultimi 30 anni insegna che le manovre per lo più costruite su tagli di spesa (le poche che sono state fatte) hanno inciso sull'economia in misura trascurabile. Invece quelle attuate per lo più aumentando le imposte hanno avuto un «moltiplicatore» pari a circa 1,5: cioè per ogni punto di Pil (Prodotto interno lordo) di correzione dei conti l'economia si è contratta, nel giro di un paio d'anni, di un punto e mezzo. Stato e amministrazioni locali spendono ogni anno (dati del 2010 e senza contare gli interessi sul debito) circa 720 miliardi. Togliamo i 310 miliardi che vanno in pensioni e spesa sociale: ne restano 410. Una riduzione del 20 per cento di queste spese, senza alcun taglio alla spesa sociale, consentirebbe di risparmiare 80 miliardi e di ridurre la pressione fiscale di 10 punti".
Alesina e Giavazzi sul Corriere di oggi

venerdì 12 ottobre 2012

La soluzione della crisi dell'euro secondo Tsipras

«La soluzione deve essere comune: va convocato un vertice sulla linea di quello di Londra nel 1953, quando venne cancellata una gran parte del debito tedesco e venne concesso alla Germania un rinvio sul pagamento degli interessi. Dopo aver estinto il debito per le nazioni in difficoltà, bisogna lanciare un Piano Marshall, liquidità per far ripartire la produttività e la crescita».
(Alexis Tsipras al Corriere della Sera)

Sarebbe curioso sapere che cosa si dovrà dire a chi ha prestato soldi a questi paesi in difficoltà ("non vi ridiamo niente, ma speriamo che in futuro ci aiuterete" potrebbe essere un'idea), né con quali soldi si dovrebbe fare questo Piano Marshall (quelli dei contribuenti europei? solo i soldi di quelli tedeschi?) e dove questo denaro sarebbe investito. Non sembra che i governi greci, così come quelli italiani degli ultimi decenni, siano molto abili a prendere denaro in prestito e poi investirlo generando "crescita, produttività" e ricchezza diffusa tra la popolazione.