"L'Inghilterra il punto di riferimento per operazioni del genere, come da tempo suggerisce la Banca d'Italia ora governata da Ignazio Visco e in passato da Mario Draghi. I cardini della spending review inglese, introdotta nel '98 e proseguita con altri round nel 2000, 2002, 2004, 2007 e 2010, sono i piani triennali di spesa, la netta separazione tra spesa in conto capitale (per investimenti) e spesa corrente e l'introduzione dei cosiddetti accordi sui servizi pubblici (Public service agreements, Psa), che definiscono i traguardi misurabili nei programmi di spesa pubblica del governo. Gli effetti positivi sono stati superiori alle attese. In un report datato 1998 del ministero del Tesoro si dimostra che il risparmio complessivo nel settore pubblico è stato pari, nel dicembre 2007, a 23.180 miliardi di sterline, contro i 21.480 miliardi programmati.
I round non sono finiti. Il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, ha fissato il budget di spesa per i vari ministeri fino al 2014-15. Gli obiettivi prevedono tagli alla spesa pubblica per 81 miliardi di sterline dal 2011 al 2015; riduzioni ai ministeri per un importo medio pari al 19 per cento; diminuzione di 7 miliardi di sterline alle spese per il welfare state, inclusi i benefici fiscali e taglio del 7 per cento agli enti locali. Il fine non secondario del piano del governo inglese è anche quello di asciugare il personale statale. A regime infatti, si legge nel report dei tecnici di Palazzo Madama che viene compulsato anche a Palazzo Chigi, il governo ha calcolato che, durante il periodo considerato, il settore pubblico vedrà una riduzione di 490.000 dipendenti pubblici".
di Michele Arnese, su Italia Oggi
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