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mercoledì 11 aprile 2012

I numeri della spesa pubblica italiana

Il ministro Piero Giarda, che oggi sta lavorando sui tagli alla spesa pubblica italiana, lo scorso anno aveva elaborato un rapporto pieno di dati sull'argomento. Nel 1951 la spesa pubblica in Italia era pari al 23,6% del Pil, nel 2010 ha raggiunto il 51,2%. Se dai 793 miliardi di spesa del 2010 si tolgono pensioni, previdenza, contributi alla produzione e interessi rimangono 254 miliardi, contro i 113 miliardi del 1970. La spesa è quindi più raddoppiata in quarant'anni e aumentata del 39% in più dei consumi privati. La spesa per investimenti nel frattempo è scesa dal 16,5% del totale del 1951 all'attuale 6,8%. La spesa per gli stipendi degli statali vale il 56,6% della spesa per consumi finali dello Stato, per un totale di 171 miliardi di euro nel 2010. Tra il 2000 e il 2008 il numeri di dipendenti pubblici è rimasto quasi invariato (da 3.524 a 3.611 milioni) ma la retribuzione media è passata da 24.741 a 33.746 euro pro capite lordi, in aumento del 36,4%.

I tagli di spesa del Regno Unito


"L'Inghilterra il punto di riferimento per operazioni del genere, come da tempo suggerisce la Banca d'Italia ora governata da Ignazio Visco e in passato da Mario Draghi. I cardini della spending review inglese, introdotta nel '98 e proseguita con altri round nel 2000, 2002, 2004, 2007 e 2010, sono i piani triennali di spesa, la netta separazione tra spesa in conto capitale (per investimenti) e spesa corrente e l'introduzione dei cosiddetti accordi sui servizi pubblici (Public service agreements, Psa), che definiscono i traguardi misurabili nei programmi di spesa pubblica del governo. Gli effetti positivi sono stati superiori alle attese. In un report datato 1998 del ministero del Tesoro si dimostra che il risparmio complessivo nel settore pubblico è stato pari, nel dicembre 2007, a 23.180 miliardi di sterline, contro i 21.480 miliardi programmati.
I round non sono finiti. Il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, ha fissato il budget di spesa per i vari ministeri fino al 2014-15. Gli obiettivi prevedono tagli alla spesa pubblica per 81 miliardi di sterline dal 2011 al 2015; riduzioni ai ministeri per un importo medio pari al 19 per cento; diminuzione di 7 miliardi di sterline alle spese per il welfare state, inclusi i benefici fiscali e taglio del 7 per cento agli enti locali. Il fine non secondario del piano del governo inglese è anche quello di asciugare il personale statale. A regime infatti, si legge nel report dei tecnici di Palazzo Madama che viene compulsato anche a Palazzo Chigi, il governo ha calcolato che, durante il periodo considerato, il settore pubblico vedrà una riduzione di 490.000 dipendenti pubblici".

di Michele Arnese, su Italia Oggi

martedì 10 aprile 2012

I conti giusti dell'Europa

La Spagna dice di avere un debito pubblico di 732 miliardi di dollari su un Pil di 1.295 miliardi. In realtà il debito interno spagnolo deve comprendere anche i 183 miliardi di debito regionale, i 103 miliardi di debito bancario garantito e i 72 miliardi di debito sovrano con garanzia. In totale ammonta così a 1.090 miliardi. Se si9 considerano anche i 643 miliardi di debito europeo della Spagna (per il budget Ue, per liabilities verso i fondi e verso la Bce) la cifra sale a 1.733 miliardi, il 133,8% del Pil. L'analisi è della Phoenix Capital Research, che applicando gli stessi criteri vede un debito pubblico tedesco al 139,8% del Pil e un debito francese al 146% del Pil.

di Mauro Bottarelli, da Finanza e Mercati
Jim Yong Kim, il candidato di Obama per la guida della Banca Mondiale, una volta ha ammesso di "non avere avuto idea di cosa fosse un hedge fund" fino a tre anni fa, quando prima di diventare presidente del Dartmouth College ha fatto un corso lampo di due giorni in finanza. Lui è laureato in fisica e antropologia. Il Wsj ha studiato i suoi articoli pubblicati sulle riviste scientifiche negli ultimi dieci anni: si occupano quasi tutti di sanità e lamentano gli scarsi aiuti sanitari che i paesi ricchi danno a quelli più poveri. I possibili rivali di Kim sarebbero Ngozi Oknjo-Iweala, ministro delle Finanze nigeriano, e José Antonio Ocampo, ex ministro colombiano.

lunedì 9 aprile 2012

Cina e Usa, armi a confronto


dall'Economist

I cdo della finanza commerciale

Le banche d'affari temono che le nuove regole sulla finanza restringano molto il mercato della trade finance, quello che sostiene il commercio internazionale. Per questo stanno sperimentando l'impacchettamento dei crediti commerciali in asset simili ai Cdo, le collateralised debt obligations in cui prima della crisi si mettevano assieme mutui di creditori diversi per venderli tutti assieme. Secondo alcune stime, trattando crediti commerciali a tre mesi come un'esposizione di un anno le regole di Basilea III potrebbero triplicare i costi di trade finance. La banca che ha già raggiunto un livello di sperimentazione avanzato è JPMorgan.

dal Ft

domenica 8 aprile 2012

Fallimenti a catena nel fotovoltaico tedesco

Ha chiuso l'americana Solar Trust, perché la sua controllante tedesca Solar Millenium è fallita a dicembre, fallito un tentativo di cessione a Solarhybrid, fallita anche lei. A dicembre in Germania fallite anche Solon e Q-Celles. Colpa del taglio ai sussidi e della concorrenza cinese.

Wsj