I sauditi stanno facendo scorta di petrolio. Ne hanno messi da parte 35 milioni di barili tra dicembre e febbraio. Adesso sono arrivati a 80 milioni di barili. Strano, visto che quando i prezzi sono così alti non ha senso fare scorte. Scrive Raineri: "Riad e Washington tengono in considerazione la possibilità a breve termine di uno strike israeliano contro il programma atomico di Teheran e le sue conseguenze: la chiusura dello Stretto di Hormuz, il collo di bottiglia marittimo attraverso cui passa un terzo del petrolio mondiale, da parte degli iraniani; gli attacchi di rappresaglia contro Israele; l’intero quadrante mediorientale destabilizzato. Sanno che in caso di attacco la produzione di petrolio subirà un rallentamento generale e non vogliono che – come minaccia Teheran – il prezzo schizzi oltre quota 200 dollari e provochi un infarto all’economia mondiale".
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