Noi abbiamo visto ragazzi incappucciati lanciare pietre, e farlo molto prima di qualsiasi carica. Noi abbiamo visto la devastazione lasciata ieri notte sull’autostrada A32, dove è stato incendiato anche un mezzo della Sitaf. Abbiamo visto colleghi insultati, intimiditi e picchiati, perché ormai non tutti nel movimento concordano sull’opportunità di lasciare documentare quello che accade qui. E poi ci siamo chiesti chi fossero i ventisei irriducibili che mercoledì sera si erano stesi sull’autostrada per farsi portare via a forza dagli agenti. Fra gli altri: due antagonisti tedeschi e due francesi, Baldassare Marceca, vicepresidente della comunità montana, Maurizio Piccione di Askatasuna, Nicoletta Dosio di Rifondazione Comunista, Alberto Perino e Giorgio Cremaschi accanto al ragazzo diventato famoso per aver provocato il carabiniere impassibile: «Pecorella..... Ce l’hai la pistola?». E poi c’era Massimo Passamani, leader della cellula anarchica di Rovereto, un gruppo con una lunga scia di inchieste alle spalle: aggressioni, molotov, attentati incendiari, manifestazioni violente. Nel 2006 è stato Passamani a strappare la fiaccola olimpica dalle mani della campionessa italiana dei 1500 metri Eleonora Berlanda. È questa la foto di famiglia, se può servire.
Niccolò Zancan, La Stampa, 3 marzo 2012
Insulti, minacce e paura La dura vita di quelli del Sì accerchiati in casa loro- LASTAMPA.it:'via Blog this'
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