Cerca nel blog

mercoledì 15 agosto 2012

La truffa in Puglia per Suntech


L'industria cinese dei pannelli solari è un mondo affollato di colossi morenti. Sono aziende cresciute a dismisura per ragioni più politiche che di mercato: il governo di Pechino anni fa ha deciso che la Cina doveva dominare il mercato mondiale delle energie alternative e non ha badato ha spese per raggiungere questo obiettivo. Solo nel 2010 la Repubblica Popolare ha finanziato le aziende del fotovoltaico con 25 miliardi di dollari. Inondate di denaro, le fabbriche si sono messe a produrre pannelli in quantità esagerate, finché il mercato non ha raggiunto un dimensione spaventosamente sproporzionata. Nel mondo oggi si producono il doppio dei pannelli solari che si comprano. In Cina – spiegava a gennaio Zhang Longenn, di JinkoSolar Holding – l’eccesso di produzione è del 75%: c’è mercato per 20 gigawatt di energia solare ma si producono pannelli per 75 GW.
Ovviamente in questa situazione i colossi del solare cinese bruciano soldi alla velocità della luce. Il più grosso di loro (cioè il più grande produttore di pannelli solari del pianeta) è la Suntech, un gruppo da 3 miliardi di dollari di fatturato che, tra un passivo e l’altro, ha subito in Italia quella che rischia di essere la botta finale: una truffa da mezzo miliardo di euro.
La vicenda, comunicata agli investitori (Suntech è quotata a Wall Street) lo scorso 30 luglio, è complessa. Qualche anno fa il gruppo cinese ha creato il Suntech Global Solar Fund (Gsf) per investire su aziende che gestiscono o sviluppano “solar farm”. L’obiettivo dei cinesi era quello di allargare il giro d’affari europeo dei pannelli solari, creando nel Vecchio Continente un adeguato mercato di sbocco. L’80% del fondo appartiene a Suntech, il 10% è in mano al manager interno Zhengrong Shi, un altro 10% è dello spagnolo Javier Romero, che era il miglior agente di Suntech in Europa e che diventa manager del nuovo fondo. Romero vede un buon affare nel solare in Puglia e crea, per l’occasione, Solar Puglia II, una società di diritto lussemburghese. L’investimento richiesto dall’operazione è consistente: più di 500 milioni di euro. I soldi (554 milioni di euro) arrivano con un prestito dalla China Development Bank, una delle maggiori banche di Stato della Repubblica Popolare. Ma la banca non concede crediti a società estere, chiede sempre che ci sia una controparte cinese. Per questo è il Gsf che si fa garante del prestito, coprendosi con 560 milioni di euro in titoli di Stato tedeschi messi a disposizione da un altro fondo, controllato tutto da Romero. Il massimo della sicurezza, di questi tempi. Se non fosse che quei Bund o sono contraffatti o non sono mai esistiti. I cinesi se ne sono accorti a luglio (mentre cercavano di vendere la loro quota nel fondo Gsf per raccogliere soldi e pagare i debiti). Quindi Suntech ha un debito da 554 milioni di euro con la Development Bank, debiti che si aggiungono ai 540 milioni di dollari che l’azienda deve rimborsare alle banche nella prima metà dell’anno prossimo e agli 1,6 miliardi di indebitamento complessivo.
Le cose sarebbero potute andare diversamente se la banca cinese avesse dato retta ad Alberto Forchielli, il titolare del fondo di private equity Mandarin Capital Partners, al quale la China Development Bank si era rivolta chiedendogli di partecipare al progetto di Solar Puglia. Forchielli ha raccontato all’agenzia Reuters di avere ripetutamente avvertito la banca – sua socia in numerosi progetti – che in quel’affare pugliese lui sentiva odore di truffa: «Ci è venuto il sospetto perché era citata una serie di nomi importanti di società, banche, consulenti legali legati al progetto, secondo una tattica normalmente adottata dai truffatori secondo quella che è la mia esperienza». Ma la banca ha ignorato il consiglio e probabilmente non lo ha nemmeno girato alla Suntech.
L’incidente pugliese ha costretto Suntech ha rimandare la presentazione dei risultati del secondo trimestre 2012. Prima di chiudere i conti i manager vogliono valutare precisamente i danni. Nel frattempo gli investitori spostano i loro soldi altrove: il titolo Suntech, quotato a Wall Street, valeva 1,6 dollari prima del 30 luglio, ra vale si è no un dollaro. Ieri i cinesi hanno annunciato di avere ottenuto da un non specificato tribunale europeo il blocco di tutti gli asset dell’azienda di Romero. Devono sperare che gli asset dello spagnolo, a differenza dei suoi Bund, valgano davvero qualcosa. Anche le banche di Stato cinesi, sempre generose con i campioni del fotovoltaico nazionale, si stanno spazientendo e, considerati i danni di questa incredibile truffa italiana, potrebbero negare a Suntech una nuova ristrutturazione del debito. Staccandole definitivamente la spina.
(mio pezzo da Avvenire di oggi)

6 commenti:

  1. le informazioni riportate nel pezzo sono alquanto approssimative e imprecise sia riguardo al ruolo di Suntech nel finanziamento concesso da CDB sia nei rapporti con Gsf. raccomando di cercare fonti più attendibili.

    RispondiElimina
  2. Può darsi. Se, come sembra, ha informazioni più precise riguardo al finanziamento della Cdb e al ruolo di Gsf può illustrarle direttamente qui.

    RispondiElimina
  3. Suntech ha fondato GSF con il preciso scopo di investire in Italia a motivo degli ingenti contributi pubblici esistenti all'epoca. GSF, già alla sua nascita, sapeva di poter contare su un finanziamento di CDB, come in effetti si è verificato (CDB ha finanziato direttamente una società controllata direttamente da GSF). Suntech funge eslusivamente da garante nei confronti della società controllata da GSF e finanziata da CDB. Per evitare pesanti ripercussioni sul titolo (ulteriore incremento dei rischi di Suntech) la stessa società si sarebbe fatta controgarantire la firma di garanzia da un azionista di minoranza di GSF (Gsf Capital Pte Ltd socio al 4% all'epoca dei fatti) di proprietà di Javier Romero Ledesma.
    A voi le considerazioni.

    RispondiElimina
  4. Ok, non mi pare ci siano grosse differenze: Cdb presta a Solar Puglia 554 milioni, chiede una garanzia cinese che viene messa da Suntech, che a sua volta si copre con i bund di Gsf Capital (cioè di Romero). Ora questi bund non esistono, e se Solar Puglia non potrà ripagare i debiti, la Cdb potrà chiedere il denaro alla Suntech.

    RispondiElimina
  5. e in tutto questo non c'è niente di strano?

    RispondiElimina
  6. sareste ottimi e ben accetti componenti del M5S!!
    se vi disturba...sia chiaro, senza offesa...anzi

    RispondiElimina