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mercoledì 25 luglio 2012

Gli interventi al convegno "Il mercato dell'auto al giro di boa del 2012"

Nel mondo l'andamento del mercato dell'auto è positivo. Le immatricolazioni di auto nuove sono infatti cresciute a livello mondiale del 5,7% nei primi 5 mesi del 2012. La crescita però non tocca i paesi dell'area euro, dove, sempre nei primi 5 mesi del 2012 le immatricolazioni di nuove autovetture sono calate del 10,5%.
Gian Primo Quagliano, presidente GlMotors: "In questo quadro il mercato automobilistico italiano dovrebbe
chiudere il 2012 con circa 1.400.000 nuove immatricolazioni, tornando così ai livelli del 1979. Le cause di questa situazione sono molteplici. In particolare c'è da dire che la crisi economica deprime la domanda in due modi: da un lato tagliando le risorse disponibili e dall'altro lato modificando il rapporto tra consumi e risparmio".

Mario Beretta, vice presidente di Federauto: "La situazione delle concessionarie è sempre meno sostenibile. I Concessionari hanno bisogno di un estremo realismo da parte delle Case automobilistiche, che si traduce in minori pressioni e imposizioni, maggiore flessibilità e trasparenza, condivisione di un nuovo percorso focalizzato sulle prospettive di sviluppo del business. L'associazione prevede per il 2017 il dimezzamento degli imprenditori concessionari, il -27% delle imprese e il -25% dei punti vendita.
Loris Casadei, direttore generale di Porsche Italia: "Sparita la Fiat, nessuno ha saputo ricostruire l'importanza politica del mondo dell'auto: manchiamo così di capacità politica di far sentire la nostra voce. Ce l'hanno gli operai di Termini Imerese, ma non i 10.000 addetti della distribuzione automobilistica che hanno perso il lavoro".


Massimo Nordio, ad e dg di Volkswagen Group in Italia: "Il mercato italiano dell'auto è cambiato e non tornerà mai più quello di prima, La crisi economica non è l'unica causa del difficile momento del mercato

dell'auto. Colpa dell'accanimento terapeutico dei governi degli ultimi 50 anni verso il mondo dell'auto, reso sempre più oneroso e oggi insostenibile, ma anche della mutata relazione tra gli italiani e l'automobile. Quindi è ora di mettere in discussione l'intero nostro modello di business.
Il convegno si è svolto il 4 luglio a Bologna







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