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venerdì 3 febbraio 2012

Altri conti di Facebook

Profitti più che quintuplicati in 24 mesi, il traguardo di un miliardo di users previsto per l’estate, l’ambizione di sfondare in Cina, l’agguerrita competizione con Google, il timore della scomparsa di Mark Zuckerberg e l’incubo di perdere «friends»: nelle 197 pagine di documenti finanziari presentati alla Sec (la Consob Usa) per lanciare l’offerta pubblica di acquisto, Facebook svela i suoi segreti gelosamente custoditi dalla creazione avvenuta nel 2004.

Il piano di raccogliere 5 miliardi di dollari dall’iniziale offerta si basa sulla forza dei numeri di Facebook, che come simbolo avrà «FB»: dal 2009 al 2011 le entrate sono cresciute da 777 milioni di dollari a 3,7 miliardi e i profitti si sono impennati da 122 milioni a 668 milioni. La prosperità nasce dalla costante espansione del pubblico: il 2011 si è concluso con 845 milioni di users, il 39 per cento in più del 2010, e a tali ritmi in estate toccherà quota 1 miliardo. E’ un pubblico che comunica a ritmi vertiginosi - 2,7 miliardi di preferenze "likes" e commenti al giorno negli ultimi 3 mesi del 2011 - grazie a 483 milioni di users che si connettono ogni 24 ore: è tale caratteristica a fare di Facebook un veicolo pubblicitario prezioso, spiegando perché è proprio questa la fonte dell’85 per cento di entrate. Ma non ci sono solo luci nel «Registration Statement» perché «Facebook, Inc.» possiede 3,9 miliardi di liquidi mentre Google ne ha 45 miliardi. Il motivo è che ogni user genera 4,39 dollari di entrate mentre su Google arriva a quota 30 dollari. Di conseguenza Google ha entrate annuali assai superiori a Facebook: 38 miliardi di dollari. La concorrenza con Google è serrata e così fra gli "elementi di rischio" Facebook include lo sviluppo del social network Google+, adoperato da Barack Obama per l’"hangout digitale" dalla Casa Bianca. Per reggere la concorrenza di Google, Facebook sviluppa entrate alternative alla pubblicità come la vendita di giochi e da applications che offrono prodotti dal suo website. L’altra differenza con Google è che Zuckerberg, 27 anni, detiene ben il 57 per cento delle azioni di Facebook ovvero quasi l’equivalente della somma delle quote di Sergey Brin e Larry Page nel motore di ricerca che hanno fondato.

Fra i "maggiori pericoli" alla quotazione, Facebook individua la possibilità che i regolatori i Ue e Usa possano imporre norme sulla privacy destinate a ostacolare l’accumulazione di informazioni sugli users. Poi c’è il timore della "scomparsa di Mark Zuckerger, Sheryl Sandberg ed altri personaggi chiave" perché il fondatore dell’azienda di Menlo Park in California, il suo braccio destro e alcuni top manager vengono considerati insostituibili. L’altra minaccia viene dallo sviluppo dei cellulari perché al momento chi li usa per collegarsi con Facebook non vede la pubblicità. E ancora: "Se non riusciremo a conservare gli attuali users o ad aumentarli, o se dovessero diminuire, le nostre entrate sarebbero danneggiate in maniera significativa". Ovvero, c’è il pericolo della bolla speculativa. Da qui la determinazione a espandersi in maniera aggressiva e i mercati con più opportunità sono Brasile, Germania, India, Giappone, Russia e Sud Corea mentre le speranze si concentrano sulla Cina, a patto però che Pechino consenta maggiore libertà di navigazione su Internet.

Riguardo al valore delle azioni quelle di classe B valevano 29,7 dollari a fine dicembre e il prezzo dell’offerta pubblica di acquisto - fra 3-4 mesi - potrebbe essere di 35-40 dollari. Sarà il mercato a dire l’ultima parola sulla quotazione e al momento emergono due indicazioni contrastanti: da un lato la grande attesa degli users che preannuncia un’alta domanda e dall’altro la prudenza dei maggiori investitori intimoriti dai rischi del settore dell’alta tecnologia oppure già in possesso di pacchetti azionari attraverso transazioni private. A gestire l’offerta saranno Morgan Stanley, Goldman Sachs e JP Morgan Chase.

Maurizio Molinari
Facebook svela i suoi segreti - LASTAMPA.it:

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