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venerdì 10 febbraio 2012

La riforma del lavoro spagnola


(Di Francesco Cerri)
   (ANSA) - MADRID, 10 FEB - Va avanti a passo di carica verso
il risanamento il nuovo governo spagnolo di Mariano Rajoy, che
oggi, a 52 giorni dall'insediamento, ha varato la sua terza
grande riforma strutturale, quella del mercato del lavoro, per
far fronte a una disoccupazione ormai al 22,85%.
   La riforma approvata dal consiglio dei ministri è stata
definita "storica" dalla vicepremier Soraya de Santamaria, la
più importante dalla fine del franchismo: "segna un prima, e
un dopo, nella legislazione del lavoro di questo paese". Il
risultato del lungo braccio di ferro fra l'ala 'socialè del
governo guidata dal ministro delle finanze Cristobal Montoro e
quella 'liberal' che fa capo al titolare dell'economia Luis de
Guindos, ha visto prevalere quest'ultima. L'aspetto di maggior
rilievo è il netto abbassamento del costo dei licenziamenti.
L'indennità passa dagli attuali 45 a 33 giorni per anno di
lavoro, per un massimo di 24 mesi invece di 42. Viene inoltre
semplificata ed estesa la facoltà di ricorrere ai licenziamenti
economici 'low cost', 20 giorni per anno di lavoro per un
massimo di 12 mesi. Potranno farvi ricorso le imprese che
abbiano registrato per nove mesi un calo delle vendite, o lo
prevedano per questo periodo, anche se continua a fare benefici.
    L'obiettivo principale della riforma, ha detto de
Santamaria, è fare diminuire l'esercito dei 5,3 milioni di
disoccupati ereditato dal governo socialista di Josè Luis
Zapatero, e aumentare la flessibilità e la competitività delle
imprese spagnole per rilanciare la crescita. Con le Pmi, che
creano il 90% dell'occupazione in Spagna, in prima linea: la
riforma crea  un contratto a tempo indeterminato per le imprese
con meno di 50 lavoratori, con agevolazioni fiscali di 3mila
euro per l'assunzione di giovani sotto i 30 anni e la facoltà
per il primo anno di usare il 25% dell'indennità di
disoccupazione per completare la retribuzione. Il governo Rajoy
mette in campo anche uno sconto annuale di 3600 euro per tre
anni nei contributi dell' impresa alla Sicurezza Sociale per
l'assunzione di giovani fra 16 e 30 anni e di 4500 euro per i
disoccupati di lungo periodo di più di 45 anni.
   La riforma punta a introdurre la massima flessibilità negli
accordi collettivi. In caso di crisi le imprese potranno
'sganciarsì dagli accordi di categoria e modificare tempi di
lavoro, funzioni dei dipendenti, nelle retribuzioni. Inoltre gli
accordi d'impresa prevarranno su quelli collettivi nazionali o
regionali, e alla scadenza saranno validi ancora solo due anni.
Ieri a Bruxelles de Guindos aveva detto ai colleghi dell'
Eurogruppo che questa riforma sarebbe stata "molto
aggressiva". E all'ultimo Consiglio europeo lo stesso Rajoy
aveva previsto che gli sarebbe costata uno sciopero generale. Le
prime reazioni dell'opposizione socialista e dei sindacati sono
molto negative. Ma Rajoy ora può dire ai partner europei di
avere "fatto i compiti" fino in fondo - fra manovra da 15
miliardi e aumento dell'Irpef a Natale, poi le riforme del
'deficit zerò, del risanamento del mercato bancario, ora del
lavoro - e a tempi di record, in 52 giorni: in cambio chiede
elasticità sull' obiettivo di deficit 2012 (per ora previsto al
4,4%) per disporre di più risorse per fare ripartire l'economia
de paese. (ANSA).

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