Cerca nel blog

martedì 9 luglio 2013

Il problema di Fiat: quanto costerà sfilarsi?

Secondo Riccardo Ruggeri la questione di Fiat non è tanto il costo del lavoro, quanto la necessità di procedere a tagli strutturali nelle sue fabbriche europee.

Il costo del lavoro operaio (diretti, indiretti, manutentori, ecc.) in Fiat rappresenta il 7 per cento del costo. L’intero processo di fabbrica, dalla lastro-ferratura al montaggio finale, per una Panda vale 11 ore, assumiamo un costo/operaio di 22 euro/ora, totale 242 euro/auto. In Polonia costerebbe 88 euro (8 euro/ora), in Germania 330 (30 euro/ora). Come si vede, il costo del lavoro è poco significativo. Costruire 200.000 Panda in Italia, di puro costo-lavoro, spendi 48 milioni di euro, in Polonia 18 (in crescita), la differenza di 30 milioni è irrilevante, trascurando gli altri ben noti fattori, qualità percepita compresa. [...] Ora sono di nuovo tutti lì a sfruculiare su argomenti irrilevanti o a interpretare sentenze, solo nello specifico, di scarsa rilevanza. In realtà il problema Fiat-Italia noi investitori l’abbiamo chiaro da tempo: “Fiat Auto ha stabilimenti e personale in esubero in termini strutturali, quanto costerà sfilarsi?”.

Saccomanni chiama i banchieri per fare ripartire i prestiti

Scrive Fubini che Fabrizio Saccomanni martedì prossimo incontrerà a Roma i banchieri italiani per elaborare un sistema di rilancio dei prestiti per le imprese.

Il ministro dell'Economia e del Tesoro Fabrizio Saccomanni spedirà domani gli inviti per un vertice ristretto previsto il 16 luglio a Roma, parteciperanno una trentina di personaggi chiave del sistema finanziario italiano. Obiettivo: superare il crollo dei prestiti alle aziende, allargando il numero dei soggetti che possono elargire credito oltre alle banche. Si pensa ai fondi pensione, assicurazioni e Fondazioni bancarie.

venerdì 5 luglio 2013

Le ragioni della fine del capitalismo di relazione

Secondo Luigi Zingales "le ragioni [della fine del capitalismo di relazione in Italia] sono molte, ma forse la più importante è la storica decisione del tribunale di Parma sull'acquisizione da parte di Parmalat del Lactalis American Group (LAG). Se confermato in appello, questo provvedimento rivoluziona la corporate governance in Italia, uccidendo alla radice il capitalismo di relazione. Il motivo del contendere è una delle tante operazioni con parti correlate che caratterizza il nostro sistema: l'acquisizione da parte di Parmalat di una società (LAG) posseduta dalla controllante (Lactalis)".

martedì 2 luglio 2013

L'utile del Fatto Quotidiano

Nel 2011 il Fatto aveva chiuso i conti con un utile di 4,5 milioni. Nel 2012 l'utile è stato di 753mila euro. Più o meno è un -85%. L'editrice Chiarelettere nel 2012 è riuscita a fare utili solo incassando il dividendo del giornale. La casa editrice è controllata al 49% dal gruppo Mauri Spagnol, al 30% dall'editore Lorenzo Fazio, al 15% da Roberto Vitale.

I tagli alla spesa pubblica possibili, secondo Paolo De Ioanna

Per tagliare si può partire così: "Innanzitutto i sussidi statali alle imprese, identificati da Francesco Giavazzi l’anno scorso e che ammontano a circa 10 miliardi l’anno. Poi ci sono le agevolazioni fiscali già censite con il governo Berlusconi da Vieri Ceriani: 160 miliardi nel complesso, di cui almeno 70 giudicati “intoccabili” (quelle per i lavoratori dipendenti, pensionati e i familiari a carico). “Aggiungo che ogni anno, nelle bollette elettriche, sono contenuti 12 miliardi di sussidi per il fotovoltaico. Da tutto questo già qui si potrebbero recuperare 500-600 milioni in sei mesi e poi un miliardo in ragione d’anno. Certo non sono ancora i 20 miliardi che ci servirebbero”.
(Paolo De Ioanna è stato capo di gabinetto al Tesoro con Ciampi e poi con Padoa Schioppa, ha scritto A nostre spese. Crescere di più tagliando meglio).

lunedì 1 luglio 2013

La relazione tra Samsung e Apple


Ricordarsi, quando si parla della battaglia dei brevetti tra Apple e Samsung, che l'azienda americana compra da quella sudcoreana diversi componenti, compresi chip e display. Secondo le stime di Mark Newman, analista a Sanford Bernstein, nel 2012 Apple ha comprato componentistica Samsung per 10 miliardi di dollari (5 miilardi per i processori). Apple si è accordata per comprare in futuro i chip di Tsmc. Non si sa quando saranno pronti.

La disperazione del governo che non sa tagliare

"Il governo si sta muovendo con un approccio che dimostra disperazione per reperire qualche soldo «dal fondo del barile» invece che proporre alla Ue e agli italiani un piano pluriennale di politica fiscale che permetta di ridurre tasse e spese".

Ecco un buon modo di dire, in breve, quello che sta succedendo. Lo ha scritto Alesina sul Corriere di ieri.