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martedì 2 luglio 2013

I tagli alla spesa pubblica possibili, secondo Paolo De Ioanna

Per tagliare si può partire così: "Innanzitutto i sussidi statali alle imprese, identificati da Francesco Giavazzi l’anno scorso e che ammontano a circa 10 miliardi l’anno. Poi ci sono le agevolazioni fiscali già censite con il governo Berlusconi da Vieri Ceriani: 160 miliardi nel complesso, di cui almeno 70 giudicati “intoccabili” (quelle per i lavoratori dipendenti, pensionati e i familiari a carico). “Aggiungo che ogni anno, nelle bollette elettriche, sono contenuti 12 miliardi di sussidi per il fotovoltaico. Da tutto questo già qui si potrebbero recuperare 500-600 milioni in sei mesi e poi un miliardo in ragione d’anno. Certo non sono ancora i 20 miliardi che ci servirebbero”.
(Paolo De Ioanna è stato capo di gabinetto al Tesoro con Ciampi e poi con Padoa Schioppa, ha scritto A nostre spese. Crescere di più tagliando meglio).

lunedì 1 luglio 2013

La relazione tra Samsung e Apple


Ricordarsi, quando si parla della battaglia dei brevetti tra Apple e Samsung, che l'azienda americana compra da quella sudcoreana diversi componenti, compresi chip e display. Secondo le stime di Mark Newman, analista a Sanford Bernstein, nel 2012 Apple ha comprato componentistica Samsung per 10 miliardi di dollari (5 miilardi per i processori). Apple si è accordata per comprare in futuro i chip di Tsmc. Non si sa quando saranno pronti.

La disperazione del governo che non sa tagliare

"Il governo si sta muovendo con un approccio che dimostra disperazione per reperire qualche soldo «dal fondo del barile» invece che proporre alla Ue e agli italiani un piano pluriennale di politica fiscale che permetta di ridurre tasse e spese".

Ecco un buon modo di dire, in breve, quello che sta succedendo. Lo ha scritto Alesina sul Corriere di ieri.

giovedì 13 giugno 2013

I marchi che valgono

Su Italia Oggi di oggi la classifica dei marchi italiani della grande distribuzione in base all'indice "Meaningful brand" di Havas.

Secondo Pimco il mondo rischia un'altra recessione

L'Europa non può andare avanti ancora a lungo «cavandosela alla bell’e meglio» tra un’economia che non cresce e un’unione monetaria perennemente traballante. Secondo Pimco – colossale fondo di investimento che gestisce più di 2mila miliardi di dollari – nel giro di 3-5 anni il Vecchio Continente arriverà a un bivio. Da un lato ci sarà la strada buona dell’Europa più unita: quindi integrazione fiscale, unione bancaria, riforme per aumentare la flessibilità e più legittimazione democratica per Bruxelles. Dall’altro lato ci sarà la strada cattiva, con l’insolvenza di una grande economia (Spagna o Italia) e la sua uscita dall’unione monetaria. Mentre procede verso quel bivio, l’Europa rischia di ritrovarsi «zombificata»: non cresce, chi presta soldi agli Stati e alle banche rischia di essere chiamato a gestirne il salvataggio (come è successo in Grecia e a Cipro), la Bce prende tempo e le riforme necessarie a rilanciare l’economia creano scontento sociale, alimentando i partiti euroscettici.
Certo, lo scenario disegnato da Pimco nel suo "Secular Outlook" è discutibile, però il fondo ha costruito la sua visione per i prossimi 3-5 anni mettendo assieme le analisi dei suoi migliori manager e contributi autorevoli come quelli dell’ex presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick o di Elena Salgado, ministro delle Finanze spagnolo tra il 2009 e il 2011. Ed è in base a queste previsioni che il fondo sta facendo le scelte di investimento a lungo termine sui soldi che gestisce. Trattandosi di una cifra superiore al Pil italiano, difficilmente ci si può accontentarsi di analisi superficiali.
L’idea di base è che fino al 2006 il mondo avesse trovato uno «squilibrio stabile» con una crescita gonfiata in maniera artificiale. Lo squilibrio si è risolto con la crisi, che ha creato un nuovo equilibrio al ribasso, con il ridimensionamento delle grandi economie e la crescita di nuove potenze. Oggi quell’equilibrio è altamente instabile ed entro il 2018 si risolverà. Forse con un ritorno a una potente crescita mondiale o forse con una nuova recessione. Per Pimco al 60% sarà recessione.
L’Europa, secondo lo studio presentato a Milano dal manager Saumil Parikh, non sarà l’unica ad andare verso un bivio. Lo stesso capiterà al Giappone: da un lato se la politica fiscale e monetaria ultra-aggressiva che sta sperimentando il nuovo premier Shinzo Abe funzionerà Tokyo nel giro di qualche anno tornerà a una crescita equilibrata; dall’altro se l’esperimento nipponico fallirà (e Pimco tende a pensare che andrà così) il Giappone non riuscirà a ritrovare la crescita e a causa del fiume di denaro riversato nel sistema sarà meno competitivo di adesso. Più tranquillo lo scenario per Stati Uniti e Cina. I primi dovrebbero raggiungere una «velocità di crociera» del 2%, ma devono riuscire a passare da una crescita assistita dalla spesa pubblica a una crescita autonoma. A Pechino l’espansione del Pil rallenterà al 6-7,5%. La Cina dovrà riuscire a passare da un modello di crescita export-dipendente a uno basato sui consumi interni. «È la grande sfida dei prossimi 18 mesi» avverte Pimco. L’alternativa è l’esplosione della bolla del credito cinese. Naturalmente è pericolosissima.

mercoledì 12 giugno 2013

Le riserve di shale gas

L'Eia ha aggiornato la sua stima sulla riserve globali di shale gas. Calcola che ci siano 7,3 migliaia di miliardi di metri cubi di gas. Gli Stati Uniti, che più stanno sfruttando questa risorsa, ne hanno meno di Cina, Argentina e Algeria. La Polonia, che avrebbe le maggiori riserve europee, non è tra i primi dieci.


venerdì 7 giugno 2013

La sigaretta elettronica della Camel

Scrive il Financial Times che Reynolds, il gruppo che controlla tra gli altri i marchi Camel e Pall Mall, sta per lanciare la sua prima sigaretta elettronica. Altria, che controlla Marlboro, lancerà la sua entro fine anno. Goldman Sachs calcola che quest'anno il mercato delle sigarette elettroniche varrà 300 milioni di dollari. Alcuni analisti prevedono che raggiunga il miliardo nel giro di un paio d'anni.