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lunedì 2 aprile 2012

L'Epa ritira le accuse sullo shale gas


L'Enviromental Protection Agency ha ritirato la sua dichiarazione con cui accusava Range Resources Corp. di avere inquinato le falde acquifere a Fort Worth, nel Texas, a causa dei gas usati per spaccare gli scisti e ottenere shale gas. A simili conclusioni l'Epa è arrivata anche per pozzi nel Wyoming e in Pennsylvania. 

sabato 31 marzo 2012

Altri numeri dello shale gas

Tra il 1978 e il 1992 il governo federale americano ha speso ben 137 milioni di dollari per sviluppare le tecnologie che permettono l'estrazione dello shale gas. Robert Hefner, imprenditore del gas naturale e autore di The grand energy transition, fa notare che con il gas naturale si risparmiano 20 milioni di dollari ogni anno per riscaldare 65 milioni di famiglie americane. La Russia può chiedere fino a 17 dollari per 300 metri cubi di gas dai Paesi confinanti, come l'Ucraina e le nazioni europee. Gli Stati Uniti producono gas naturale a 2,5c dollari per 300 metri cubi e dispongono della tecnologia di liquefazione più avanzata ed economica al mondo.


"Si passerà da un mondo in cui pochi Paesi Russia, Iran, Qatar e Arabia Saudita controllano il prezzo e le forniture di gas naturale a un mondo in cui questa fonte energetica sarà molto più diffusa. (Per il momento, l`Iran non ha alcun accesso alle tecnologie indispensabili per sfruttare i propri giacimenti)".


Fareed Zakaria
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=82260622

I debiti dell'america

"Nel suo ultimo giorno da presidente, il 19 gennaio 2009, Bush junior lasciava al paese un debito (Total Public Debt) di 10.626 miliardi, circa il 70% del Pil, dopo averne aggiunto in otto anni 4.899, cioè un raddoppio. Al 15 marzo 2012, in soli tre anni e due mesi scarsi, Obama superava d'un balzo, causa crisi finanziaria ed economica, i 4.900 miliardi in più. Di questo passo prima di Pasqua verrebbero doppiati i 15.600 (15.589 al 27 marzo), il 105% sul Pil 2011. Mantenendo la velocità media di crescita registrata in un anno, i 16.300 verrebbero superati entro metà ottobre, al più tardi. Entro settembre, cioè entro la fine dell'anno fiscale 2012, dice il Bilancio (Omb)."


Mario Margiocco, il Sole 24 Ore


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-31/compiti-casa-stati-uniti-081054.shtml?uuid=AbK9whGF

giovedì 22 marzo 2012

Il gas dell'Alaska verso la Cina

L'Alaska ha 34.800 miliardi di metri cubi di gas naturale, il 13% delle riserve americane. Molto è shale gas. Le stime dicono che però questa cifra potrebbe essere anche di dieci volte superiore. Per anni si è discusso il progetto di una condotta che potrasse il gas dell'Alaska in Alberta, e quindi negli Usa. Non se n'è fatto nulla. La nuova idea è di costruire un rigassificatore nella costa sud, condurre il gas lì con le tubature, quindi trasportarlo in Asia via nave. In Cina il  prezzo del gas è di 15,5 dollari per British Thermal Unit, negli Usa di 2,2 dollari. Il costo dell'intero progetto è compreso tra i 40 e i 50 miliardi di dollari. Ci stanno lavorando Bp, Exxon e Conoco.

http://www.ft.com/cms/s/0/d9ae9142-7343-11e1-aab3-00144feab49a.html

venerdì 16 marzo 2012

Lo shale gas americano

Fino a qualche anno fa gli Stati Uniti sembravano pronti per un rinascimento nucleare. C'erano progetti per la costruzione di 29 nuove centrali. Oggi i progetti ancora in piedi sono solo due. A uccidere il rinascimento nucleare è stato lo shale gas, più economico e gestibile. Tra il 2011 e il 2015 saranno realizzati 258 nuovi impianti elettrici basati sullo shale gas. Le stime della Us Energy Administration dicono che una centrale a shale gas costa 978$ per kilowatt di capacità, mentre una centrale nucleare costa 5.339$ per kilowatt. L'Agenzia internazionale per l'energia prevede che il Paese aggiungerà 222 gigawatt di capacità elettrica tra il 2010 e il 2035 (è un aumento del 20%). Il 58% di questo aumento sarà tramite gas naturale, il 31% da fonti rinnovabili (soprattutto idroelettrico) quindi un 8% di carbone e solo un 4% di nucleare.

http://online.wsj.com/article/SB10001424052702304459804577281490129153610.html 

venerdì 2 marzo 2012

La Cina saluta i dollari

Pechino, stando a nuovi dati in arrivo da entrambi i Paesi, ha drasticamente ridimensionato la porzione delle sue riserve valutarie, la più grande cassaforte al mondo, investita nel biglietto verde. Nell'arco di due anni l'esposizione di questo «tesoro», stimato in 3.200 miliardi, ai titoli a stelle strisce è scivolata dal 65% al 54%, ai minimi da un decennio. Il calo è ancora più pronunciato - di quasi un quarto - dal 2006, quando le riserve avevano appena superato i mille miliardi.


Marco Valsania, il Sole 24 Ore
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-02/cina-allontana-dollaro-063655.shtml?uuid=AacfPi0E