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martedì 27 novembre 2012

Dietro la chiusura di Ft Deutschland


Il Financial Times Deutschland in 12 anni ha accumulato un passivo di 250 milioni di euro. Ultimamente diffondeva 102 mila copie, il 16% in meno rispetto a un anno fa. Di queste 46 mila erano distribuite da Lufthansa ai passeggeri, 46 mila andavano ad abbonati (quasi tutti studenti che avevano il giornale a prezzi ridotti o aziende che lo avevano gratis). Ha detto il direttore Steffen Klusmann: «Abbiamo trascurato internet, e non puntato sul giornalismo di qualità. Servono giornalisti preparati e indipendenti»

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mercoledì 7 novembre 2012

La crisi della stampa tedesca

La Germania è uno dei paesi europei con il più alto tasso di lettura di libri e giornali. Italia Oggi racconta che le cose stanno però cambiando anche lì: nel 2002 si vendevano 27,5 milioni di quotidiani al giorno, nel 2007 la cifra è scesa a 24,2 milioni e nel 2011 a 21,8. La stima per il primo semestre dell'anno è una perdita di altre 600 mila copie. La tiratura del Bild è passata dai 4 milioni di copie del 2009 ai 3,5 milioni attuali. Lo Spiegel ha ridotto le vendite del 7%, a 262 mila copie.

mercoledì 23 maggio 2012

Il Fatto si dà il dividendo

Giorgio Poidomani lascia il Fatto Quotidiano. Si dice, ma lui nega, che se ne sia andato in polemica con la decisione dei soci di distribuirsi 3,16 milioni di euro di dividendo per l'esercizio 2011, stessa somma distribuita  nel 2010. Al suo posto Cinzia Monteverdi, che ha il 16,2% delle azioni.


I conti del dividendo: "Antonio Padellaro, direttore del quotidiano e in possesso del 16,2%, si è quindi messo in tasca altri 552 mila euro lordi, che sommati ai 552 mila dell'anno prima e ai 138 mila del parziale esercizio 2009, fanno un totale di 1.242.000 euro di soli dividendi (cui aggiungere lo stipendio). L'affare del secolo, insomma, per un investimento iniziale di 100 mila euro. Il vicedirettore Marco Travaglio, che possiede il 4,8%, incassa un dividendo di 165.600 euro, mentre Peter Gomez, direttore della edizione on line, col suo 3,25% ha un dividendo di 110.400 euro. Per l'ex magistrato Bruno Tinti (8,1%) ci sono 276 mila euro, e per il giornalista Marco Lillo (2,43%) quasi 83 mila euro. Gli altri azionisti-imprenditori, titolari, invece, di azioni di tipo A, da Luca d'Aprile alla stessa Monteverdi, da Francesco Aliberti alla casa editrice Chiarelettere, tutti col 16,2%, incassano, infine, ciascuno 480 mila euro"


Claudio Plazzotta su Italia Oggi