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mercoledì 7 novembre 2012

Il petrolio rischia un brusco calo dei prezzi

Secondo la Us Energy Information Administration la produzione di petrolio degli Stati Uniti raggiungerà gli 11,7 milioni di barili al giorno entro la fine del 2013. Sarebbe l'8,5% in più rispetto ad ora, così gli Usa avrebbero una capacità petrolifera quotidiana vicina a quella dell'Arabia Saudita (che è in grado di produrre 12 milioni di barili al giorno ma oggi ne produce solo 10). Il solo North Dakota produce 700 mila barili al giorno, cioè più dei 500 mila dell'Ecuador e poco meno dei 750 mila barili del Qatar. Come risultato la quota di importazioni sul totale del consumo petrolifero americano l'anno prossimo scenderà sotto il 40% per la prima volta dal 1991. Sono problemi per il cartello dell'Opec, che produce 31 milioni di barili al giorno e vedrà ridursi significativamente la domanda di greggio degli Stati Uniti. L'Opec soffre anche perché la Russia - che non ha intenzione di entrare nel cartello - sta producendo 10,5 milioni di barili al giorno, il 2% in più rispetto a un anno fa e il massimo dagli anni '80.
Leonardo Maugeri, ex manager del'Eni esperto di petrolio, il prezzo del greggio va verso un brusco calo: "In assenza di crisi vere - ad esempio una guerra nel gofo persico o una improvvisa e simultanea interruzione della produzione in diversi paesi produttori -le forze che muovono il mercato petrolifero puntano a un significativo calo dei prezzi".

martedì 17 aprile 2012

I soldi che tornano dall'Opec

Secondo un'analisi dell'Agenzia internazionale dell'energia per ogni dollaro che gli Stati Uniti hanno speso per importare petrolio dai Paesi dell'Opec, nel 2011 sono tornati indietro (attraverso l'acquisto di prodotti made in Usa da parte dei cittadini dei Paesi Opec) 34 centesimi. Il dato è molto inferiore rispetto alla media 1970-2000, che vedeva tornare in Usa 55 centesimi per ogni dollaro dato all'Opec. Ancora peggio il Giappone: tornano 14 centesimi per ogni dollaro, contro una media storica di 43. Va invece benissimo l'Europa, alla quale tornano 80 centesimi per dollaro (come nella sua media storica), e va bene la Cina, con un ritorno di 64 centesimi (in passato non le tornava nulla).