Siamo nella primavera del 2006, quasi nessuno sa cosa siano i mutui subprime e la recessione globale non è uno scenario immaginabile. Il più lungo boom immobiliare della storia d’Italia sta raggiungendo il suo apice. «L’87,1% degli italiani vive in una casa di proprietà» annuncia il Censis. È un record storico e sembra una notizia bellissima per una popolazione abituata a considerare l’affitto un insensato spreco di denaro.
Non c’era ancora una Imu così pesante, allora, e le quotazioni degli immobili sembravano destinate a crescere a tempo indeterminato. Quasi nessuno faceva notare che nelle economie europee che funzionano meglio della nostra – ad esempio in Germania, Francia, Regno Unito o Paesi Bassi – la quota dei proprietari di casa non supera il 70%.
Sette anni dopo la casa di proprietà è ancora tra le massime aspirazioni degli italiani ma qualcosa è cambiato. Intanto, calcola l’Istat, la quota di proprietari è scesa all’81%. Poi comprare casa è diventato difficilissimo, perché i prezzi sono cresciuti a dismisura e le banche non fanno credito. Il mercato si è bloccato e come risultato sempre più famiglie sono costrette a scegliere, a malincuore, l’affitto. Ma nello stesso tempo tante famiglie sono indaffarate a cercare in tutta fretta qualche inquilino affidabile.«L’offerta di affitti sta crescendo tanto. Era già elevata negli anni del boom immobiliare, perché tanti compravano casa per metterla a reddito, ma negli ultimi mesi per effetti della crisi e dell’Imu il numero di case in cerca di inquilini è aumentato moltissimo» spiega Fabiana Megliola, responsabile dell’ufficio studi di Tecnocasa. «Sul lato della domanda, nella maggioranza dei casi – continua - si va in affitto perché non si riesce a comprare, ma cresce la quota di chi sceglie la locazione per mantenersi flessibile a livello professionale». Nel frattempo sta cambiando il comportamento di inquilini e proprietari: «I proprietari stanno limando i canoni, per andare incontro alla calo della capacità di spesa e non ritrovarsi con la casa sfitta. Mentre gli inquilini si fanno più selettivi: con tanta offerta possono scegliere tra diverse alternative e quindi non si accontentano più così facilmente ». Sono tendenze visibili anche nell’ultima analisi condotta da Nomisma assieme a Solo Affitti, società leader nel settore delle locazioni. I canoni, secondo l’indagine, nel 2012 si sono ridotti in media tra il 5 e il 6%. «La domanda è forte – conferma Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – ma le normative non aiutano. Chi sta in affitto in una prima casa dovrebbe avere agevolazioni fiscali come chi compra con il mutuo. Mentre ai proprietari servono maggiori garanzie per tutelarsi dagli inquilini morosi». Anche le semplificazioni introdotte di recente, come la cedolare secca, non hanno funzionato: l’imposta unica del 20% sul redditto da affitto lo scorso anno ha dato un gettito di 875 milioni invece dei 3,5 miliardi previsti. Secondo le stime della Cgia di Mestre almeno un milione di abitazioni in Italia sono affittate in nero.Così se il mercato delle compravendite è bloccato per la crisi, quello degli affitti è frenato dalla burocrazia. Putroppo non è un freno solo per il settore immobiliare: «Il tasso naturale di disoccupazione dipende dalla facilità con cui le persone possono spostarsi, di impresa e di luogo di residenza, per trovare un lavoro» spiegava un gruppo di economisti coordinati da Innocenzo Cipolletta in uno studio di qualche tempo fa sull’immobiliare italiano. Può darsi che l’Italia della casa di proprietà fra qualche anno scoprirà che la ripresa economica, ogni tanto, è in affitto.
da Avvenire di oggi
Non c’era ancora una Imu così pesante, allora, e le quotazioni degli immobili sembravano destinate a crescere a tempo indeterminato. Quasi nessuno faceva notare che nelle economie europee che funzionano meglio della nostra – ad esempio in Germania, Francia, Regno Unito o Paesi Bassi – la quota dei proprietari di casa non supera il 70%.
Sette anni dopo la casa di proprietà è ancora tra le massime aspirazioni degli italiani ma qualcosa è cambiato. Intanto, calcola l’Istat, la quota di proprietari è scesa all’81%. Poi comprare casa è diventato difficilissimo, perché i prezzi sono cresciuti a dismisura e le banche non fanno credito. Il mercato si è bloccato e come risultato sempre più famiglie sono costrette a scegliere, a malincuore, l’affitto. Ma nello stesso tempo tante famiglie sono indaffarate a cercare in tutta fretta qualche inquilino affidabile.«L’offerta di affitti sta crescendo tanto. Era già elevata negli anni del boom immobiliare, perché tanti compravano casa per metterla a reddito, ma negli ultimi mesi per effetti della crisi e dell’Imu il numero di case in cerca di inquilini è aumentato moltissimo» spiega Fabiana Megliola, responsabile dell’ufficio studi di Tecnocasa. «Sul lato della domanda, nella maggioranza dei casi – continua - si va in affitto perché non si riesce a comprare, ma cresce la quota di chi sceglie la locazione per mantenersi flessibile a livello professionale». Nel frattempo sta cambiando il comportamento di inquilini e proprietari: «I proprietari stanno limando i canoni, per andare incontro alla calo della capacità di spesa e non ritrovarsi con la casa sfitta. Mentre gli inquilini si fanno più selettivi: con tanta offerta possono scegliere tra diverse alternative e quindi non si accontentano più così facilmente ». Sono tendenze visibili anche nell’ultima analisi condotta da Nomisma assieme a Solo Affitti, società leader nel settore delle locazioni. I canoni, secondo l’indagine, nel 2012 si sono ridotti in media tra il 5 e il 6%. «La domanda è forte – conferma Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – ma le normative non aiutano. Chi sta in affitto in una prima casa dovrebbe avere agevolazioni fiscali come chi compra con il mutuo. Mentre ai proprietari servono maggiori garanzie per tutelarsi dagli inquilini morosi». Anche le semplificazioni introdotte di recente, come la cedolare secca, non hanno funzionato: l’imposta unica del 20% sul redditto da affitto lo scorso anno ha dato un gettito di 875 milioni invece dei 3,5 miliardi previsti. Secondo le stime della Cgia di Mestre almeno un milione di abitazioni in Italia sono affittate in nero.Così se il mercato delle compravendite è bloccato per la crisi, quello degli affitti è frenato dalla burocrazia. Putroppo non è un freno solo per il settore immobiliare: «Il tasso naturale di disoccupazione dipende dalla facilità con cui le persone possono spostarsi, di impresa e di luogo di residenza, per trovare un lavoro» spiegava un gruppo di economisti coordinati da Innocenzo Cipolletta in uno studio di qualche tempo fa sull’immobiliare italiano. Può darsi che l’Italia della casa di proprietà fra qualche anno scoprirà che la ripresa economica, ogni tanto, è in affitto.
da Avvenire di oggi