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mercoledì 10 luglio 2013

I cinesi che non si integrano

Dai giornali di oggi due bei esempi di come la comunità cinese non sia in grado di integrarsi in Italia.

La dichiarazione su Repubblica di Angelo Ouci, uno dei leader della comunità cinese milanese:
«Il sindaco non è mai venuto a una nostra manifestazione, né organizzato un incontro con la nostra comunità, ha ospitato il Dalai Lama ad Assago, dove di solito facciamo le feste cinesi. Quest’anno siamo stati costretti a spostarci al PalaSesto, essendo che Assago era ormai contaminato».

Sul Sole 24 Ore qualche dettaglio tecnico sulle strategie cinesi per lavorare in pace ignorando ogni legge italiana. 
Fanno "ditte con un solo addetto, che chiudono al secondo anno di attività. Per prassi, i controlli fiscali scattano non prima di 20 mesi: i cinesi lo hanno capito e alla scadenza del biennio cancellano la vecchia ditta e ne aprono un'altra". "L'ultima novità? La notte dopo il sequestro dei macchinari, i cinesi violano i sigilli, caricano le macchine su un Tir e le rivendono ai loro amici".
Non solo. "In pochi sanno che non esiste un patto di estradizione tra Italia e Repubblica Popolare". Aldo Milone, assessore a Prato, ha consegnato all'Agenzia delle Entrate 357 dossier qualificati, "cioè già setacciati dalla polizia municipale, di cittadini cinesi che evadono sistematicamente tasse comunali, regionali e nazionali. Importo complessivo stimato per difetto: oltre un miliardo l'anno".

giovedì 16 agosto 2012

Le pensioni degli immigrati


Il cittadino straniero che ha vissuto in Italia almeno 10 anni ha diritto, quando compie 65 anni, ad avere la sua pensione di vecchiaia (oggi 550 euro), anche se non ha mai versato contributi. I casi non sono numerosi: le stime dicono che sono 1.944 gli stranieri che ricevono l'assegno sociale (gli italiani sono 30.506) per un costo di 108 milioni di euro (ndr, questa stima sembra esagerata). Se il cittadino straniero torna nel suo Paese per un mese, l'assegno viene sospeso. Se sta via per un anno il trattamento viene revocato (lo spiega l'Inps). Le truffe non sono rare. "Qualche esempio: a Terni la questura ha individuato una donna di 76 anni a cui veniva versato l'assegno ma che risiedeva, in realtà, in India, a Cuneo sono ben 37 gli extracomunitari scoperti dalla guardia di finanza non presenti ma regolarmente pagati dall' Inps, 5 i casi ad Avellino segnalati all'autorità giudiziaria, nel modenese 23 persone straniere fingevano di avere la residenza in provincia in modo da percepire l'assegno. Solamente la Guardia di Finanza, nel 2011, ha individuato 270 fattispecie di questo tipo". C'è poi il fenomeno degli assegni pagati ai cittadini italiani che hanno vissuto in Italia magari da bambini si sono trasferiti all'estero e riescono comunque ad avere l'assegno grazie a una residenza falsa.