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lunedì 27 febbraio 2012

Qualche numero sul petrolio

:: Selpress - MEDIAWARE (Articolo formato testo): " Ma è l'eurozona oggi il fronte più vulnerabile di una nuova crisi energetica. Basta ricordare che in Italia la super è ormai a quota due euro al litro. Le ragioni sono molteplici: dall'incognita-Iran fino alle politiche fiscali e di bilancio, la nuova inflazione da greggio ha le sue origini in America e in Cina ma si ripercuote in modo amplificato sull'anello debole della crescita globale, il Vecchio continente. Cominciando dall'Iran: volendo reagire all'ultimo inasprimento delle sanzioni intemazionali, il regime di Teheran ha colpito là dove poteva, cioè in Europa. I ltaglio dell'exportdaTeheran hainciso per 550.000 barili al giorno sui due clienti maggiori, Europa e Cina. Sesi aggiungono le crisi in atto in Siria, Sudan meridionale e Yemen, mancano all'appello più di 700.000 barili al giorno."

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Benzina: da tre anni scendono i consumi ma la spesa sale

Il censimento degli statali


mercoledì 22 febbraio 2012

Qualche numero sull'art. 18

Secondo l'Istat in Italia ci sono circa 23 milioni di lavoratori attivi.
Tolti i liberi professionisti, ne restano 21.
Di questi, 3 sono impiegati pubblici, quasi 10 milioni sono occupati in Pmi con meno di 15 addetti contro i quasi 8 in aziende medio grandi a cui si applica pienamente il regime protettivo dell'art.18.
Quindi quando Marcegaglia e Camusso litigano lo stanno facendo su una platea di circa la metà del totale dei lavoratori italiani.
Se poi analizziamo i reintegri in azienda a seguito di contenziosi aperti sulla base dell'art.18, si tratta di numeri infinitesimali: tra le 300 e le 500 posizioni ogni anno rispetto al mare magnum delle 160 mila causa di lavoro totali che ingolfano a getto continuo i nostri tribunali.


Marco Alfieri sulla Stampa di oggi
http://www.swas.polito.it/services/Rassegna_Stampa/dett.asp?id=4028-150880585

martedì 21 febbraio 2012

Il documento riservato europeo sulle sorti della Grecia

L'introduzione spiega bene come stanno le cose.

There are notable risks. Given the high prospective level and share of senior debt, the prospects for Greece to be able to return to the market in the years following the end of the new program are uncertain and require more analysis. Prolonged financial support on appropriate terms by the official sector may be necessary. Moreover, there is a fundamental tension between the program objectives of reducing debt and improving competitiveness, in that the internal devaluation needed to restore Greece competitiveness will inevitably lead to a higher debt to GDP ratio in the near term. In this context, a scenario of particular concern involves internal devaluation through deeper recession (due to continued delays with structural reforms and with fiscal policy and privatization implementation). This would result in a much higher debt trajectory, leaving debt as high as 160 percent of GDP in 2020. Given the risks, the Greek program may thus remain accident-prone, with questions about sustainability hanging over it.

More on leaked Greek debt report | Brussels blog | News on the European Union from the Financial Times – FT.com:

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