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martedì 26 giugno 2012

Le città cinesi vendono le flotte

In molte città cinesi le entrate fiscali e quelle derivate dalla vendita di terreni stanno crollando e i comuni sono costretti a tagliare i costi. Molte reagiscono vendendo le auto di lusso che hanno acquistato. Ad esempio  il comune di Whenzou ha venduto 215 auto lo scorso weekend, incassando 10,6 milioni di yuan (1,7 milioni di dollari). Saranno problemi per le compagnie europee. Una su cinque Audi vendute in Cina è venduta al governo. A Yulin, città nello Shaanxi, il comune ha venduto 19 auto incassando 5,6 milioni di yuan, una media di 292 mila yuan (46 mila dollari) a vettura.
dal Ft

I primi 8 anni di Marchionne alla Fiat


dal Corriere Economia del 18 giugno 2012

lunedì 25 giugno 2012

Nello Stato un dirigente ogni trenta dipendenti

"I dirigenti pubblici sono circa 230mila, 180mila dei quali dirigenti medici. I dipendenti pubblici sono complessivamente 3.250.000. Sottraendo i 230mila dirigenti, il rapporto è, dunque 3.020.000/230.000, cioè un dirigente ogni tredici dipendenti. Ma, molti dei dirigenti medici in realtà non gestiscono gruppi di lavoro, sicché la media risulta certamente falsata e il rapporto vero dirigenti/dipendenti può stimarsi molto più prossimo a 1/30."
da la Voce

Toyota costruisce in Francia la Yaris per gli Usa


La Toyota ha deciso di trasferire dal Giappone alla Francia la produzione della Yaris da esportare in Nord America. L'obiettivo è proteggersi dallo yen forte e da costi dell'energia crescenti (a causa del blocco del nucleare nipponico). La produzione avverrà nella fabbrica della Toyota a Valenciennes, serviranno 8 milioni di euro di investimenti e tutto sarà pronto a maggio 2013.

I finti tagli agli statali greci

Il settimanale greco To Vima ha pubblicato alcuni dati di un presunto rapporto elaborato dalla troika dove si accusa il governo greco di non concretizzato il  taglio degli statali promesso. Tra il 2010 e io 2011 sono andati in pensione 93 mila dipendenti pubblici ma il numero totale degli addetti è rimasto di circa 692 mila persone. Invece che un assunto ogni 5 pensionati il rapporto entranti-uscenti è stato di 1 a 2.

sabato 23 giugno 2012

La Fiat piace se è americana


Le sorti della Fiat sono sempre più slegate da quelle dell’Italia. Lo confermano con chiarezza due interviste a grandi manager dell’industria dell’auto pubblicate ieri con una curiosa coincidenza. Nella prima, concessa a InterautoNews, Mong-Koo Chung, presidente e manager della Hyundai, spiega che non ha nessuna intenzione di venire a costruire macchine in Italia. A Sergio Marchionne, che ha proposto ai costruttori internazionali di usare le fabbriche europee che la Fiat non sta utilizzando a pieno ritmo, il capo della Hyundai ha risposto di non essere interessato: «Vogliamo concentrarci sulla qualità e questo è possibile soltanto se produciamo dentro i nostri stabilimenti e non in altri perché solo così possiamo avere il controllo totale su quello che facciamo».
Qualcuno che però vuole lavorare con la Fiat c’è. «Se parlate con Marchionne, ditegli di chiamarmi» ha scherzato Stefan Jacoby, amministratore delegato della Volvo, in un’intervista uscita ieri su <+corsivo>Automotive News<+tondo>. La svedese Volvo, che apparteneva all’americana Ford, due anni fa è stata comprata dalla cinese Geely e ora è in cerca di partner. Attenzione, però: anche in questo caso l’Italia non è coinvolta. «In 5 o 6 anni abbiamo bisogno di trovare una soluzione adatta in Nord America – ha spiegato Jacoby –. Costruirci una fabbrica mi sembra un progetto improbabile. Cerco un partner che ci possa aiutare a utilizzare uno stabilimento americano». E allora «Fiat è ovviamente una delle alternative» ha concluso il manager, confermando così che la Fiat che funziona e che attira, oggi, è solo quella a stelle e strisce.

mio pezzetto su Avvenire del 23 giugno 2012