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giovedì 5 aprile 2012

Lo spaventoso programma economico di Hollande

Tra le proposte economiche del candidato socialista alla presidenza francese ce ne sono alcune molto insidiose. In particolare:



  •  il diritto ad andare in pensione a 60 anni (per chi ha cominciato a lavorare prima dei vent'anni e ha almeno 41 anni di contribuzione).
  • la cancellazione della legge che da ormai cinque anni limita al 50% il turnover nella pubblica amministrazione (un dipendente in uscita ogni due non viene sostituito).
Altre proposte sono problematiche in quanto limitano la libertà privata, diciamo che non sono esattamente soluzioni capaci di portare investimenti a Parigi, e a volte non sono realizzabili:

  • divario massimo di uno a venti per retribuzioni e compensi nelle aziende pubbliche.
  • blocco per tre mesi del prezzo della benzina
  • sovrattassa sulle banche e sulle società petrolifere
  • separazione delle attività commerciali da quelle di investment banking
  • creazione di un'aliquota del 75% sui redditi più alti per la parte superiore al milione.
Alcune sono invece interessanti:
  • I contratti di generazione (esonero totale dei contributi sul contratto di un senior che l'azienda si impegna a tenere al lavoro affiancandogli un giovane)

mercoledì 4 aprile 2012

Il ritorno della paura sui mercati, la spiegazione di Walter Riolfi

dal Sole 24 Ore, 4 aprile 2012


"Due sono stati i motivi che hanno riacutizzato la crisi: le peggiorate condizioni economiche (in Italia, Spagna e persino in Francia) e il dissolversi dei benefici portati dal finanziamento per mille miliardi concesso alle banche dalla Bce (Ltro). La lenta crescita dei rendimenti dei Btp suggerisce che ci si trova davanti più al diradarsi dei compratori che a una vera pressione di vendite speculative. Ad acquistare erano state quasi solo le banche nazionali (con i soldi della Bce), le quali oggi stanno addirittura conteggiando teoriche minusvalenze sui titoli acquistati dopo la fine di febbraio. Il guaio è che non solo non intenderebbero procedere ad altri acquisti, ma alcuni istituti avrebbero pure manifestato l'intenzione di restituire i soldi alla banca centrale prima della scadenza triennale. Tra queste, vi sarebbero UniCredit, Bnp, SocGen e La Caixa, secondo indiscrezioni del Financial Times. Se così fosse, significa che le banche non sanno che fare di tutta la liquidità. E siccome sul mercato dei Cds è aumentato il costo della protezione per gli istituti che hanno attinto liquidità dalla Bce, l'idea di restituire una parte di quel denaro non apparirebbe nemmeno così assurda".

martedì 3 aprile 2012

Groupon peggiora i numeri

Groupon è stata costretta a correggere i suoi numeri: aveva annnunciato di avere chiuso il primo trimestre con 37 milioni di dollari di passivo, invece ne ha persi 22,6 milioni. La novità è che il revisore dei conti, Ernst & Young, ha rilevato che la compagnia non aveva messo via abbastanza soldi per corprire i rimborsi ai clienti. Quotata a 20$ per azione a novembre, ora Groupon ne vale 16.


Wsj

lunedì 2 aprile 2012

L'Epa ritira le accuse sullo shale gas


L'Enviromental Protection Agency ha ritirato la sua dichiarazione con cui accusava Range Resources Corp. di avere inquinato le falde acquifere a Fort Worth, nel Texas, a causa dei gas usati per spaccare gli scisti e ottenere shale gas. A simili conclusioni l'Epa è arrivata anche per pozzi nel Wyoming e in Pennsylvania. 

I soldi tornano alla Bce

Da dicembre le banche possono restituire parte dei fondi avuti dalla Bce con il Ltro. Spiega un manager: "Ci sono due motivi per restituire i soldi in anticipo. Primo, non sarebbe saggio restituire tutto in tre anni. Secondo, abbiamo bisogno di rifinanziamenti con scadenze più lunghe di tre anni". UniCredit, Bnp, Société Générale e la Caixa vorrebbero restituire subito un terzo del denaro. Deutsche Bank e Lloyds intendono invece tenere tutto fino alla scadenza.

La fuga dalle auto di lusso


Marino Longoni, Italia Oggi, 2 aprile 2012
"Secondo i dati Federauto aggiornati al 26 marzo scorso Maserati ha venduto sette modelli nel mese. Un anno fa erano 31 (-77,42%). Ferrari, invece, ha venduto 32 macchine, in confronto alle 52 del 2011 (-38,46%). La tendenza a disfarsi delle auto di lusso, invece, è testimoniata dai numeri diffusi da Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri), dai quali emerge che lo stock di auto usate con potenza maggiore dei 185 kW (quelle soggette al «super bollo») è passato da 25 mila nel dicembre 2010 a 36 mila del gennaio 2012.
A fronte di ciò, il valore dell`usato di lusso è sceso da 23 mila euro di fine 2010 a 17.700 euro del gennaio scorso. Le esportazioni delle vetture potenti usate, invece, sempre secondo i numeri Unrae elaborati sui dati Aci, hanno toccato una quota, sulle esportazioni totali, vicina al 10% (a fine 2010 era di poco sopra 1`1%).
Secondo Romano Valente, direttore generale di Unrae, «la conseguenza della fuga dei clienti di alto livello si ripercuoterà sulle casse dello stato: dei 168 milioni di euro di incasso preventivati dal super bollo, arriveranno infatti solo 63 milioni», sottolinea, «questo per via del calo del 40% delle vendite di autovetture, che genera minor gettito da Ipt, Iva, bollo, senza contare il crollo delle polizze. Bisogna interrompere questa equazione tra fruitore di auto ad alte prestazioni ed evasore".

I mali della Spagna

L'obiettivo della finanziaria spagnola è chiudere il 2012 con un deficit al 5,3% del Pil.  La manovra è da 27 miliardi di euro. Alcuni analisti stimano che l'austerità manderà il Pil spagnolo in calo dell'1,7%. Il taglio della spesa pubblica è del 9,6%.

Il problema vero è la crisi delle banche. Gli istituti di credito hanno un milione di appartamenti che nessuno si compra, i prezzi sono crollati del 22% ma devono andare ancora più giù. Gli analisti calcolano che le banche devono fare svalutazioni per 100 miliardi di euro.

Per mettere a posto i conti le banche hanno convinto molti clienti a convertire i loro conti in azioni "preference" (rientrano nel capitale secondo Basilea II): ne hanno emesse per 32 miliardi. Quest'anno Santander ha convertito quei titoli in azioni a 14 euro ad azione, più del doppio della quotazione.

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